Un delitto perfetto

Un delitto perfetto – L’emigrazione inarrestabile e il disastro ambientale conseguente alle estrazioni petrolifere sembrano minacciare una desertificazione della montagna materana. Le istituzioni nazionale e regionale sembrano restare indifferenti. Ma si può ancora evitare una morte che sembra annunciata?

Ad iniziare dallo scorso giugno, una gigantesca e densa nuvola di torbido fumo si accampa, intermittente e minacciosa, nel cielo sopra Tempa Rossa, dove si sta realizzando un vasto programma di estrazioni petrolifere nel territorio di Corleto e Guardia Perticara, in provincia di Potenza, e di Gorgoglione, in provincia di Matera.

Miasmi venefici hanno raggiunto tutti i centri abitati della montagna materana, seminando il panico ovunque. Si sono levate subito grida di allarme e di protesta, che hanno raggiunto, attraverso i social, le associazioni, nate a salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente. Tra le altre, la “Associazione Nuova Sanità e Benessere”, costituitasi a Stigliano nello scorso mese di agosto.

Si spera che esse possano raccogliere e condividere i sentimenti di rabbia e di paura, di sconforto e di frustrazione della gente e promuovere iniziative opportune, dando voce a chi finora si è trovato di fronte ad un muro di silenzio assordante.

Pur nell’indifferenza colpevole di Istituzioni e di tanta parte delle stesse comunità interessate, che sembra ormai sconfortata e rassegnata al peggio, per fortuna c’è ancora chi non si è arreso e non mancano, perciò, persone avvedute e combattive.

Queste hanno manifestato la voglia di continuare a lottare contro il pericolo di un disastro ambientale e di una desertificazione della Lucania-Basilicata, in particolare delle aree interne, ribadendo ostinatamente il loro impegno civico. Anche a costo di essere considerate dei patetici Don Chisciotte, impegnati a combattere invano contro immaginari Mulini a vento.

La loro è una lotta meritoria e coraggiosa contro un pericolo concreto e letale che incombe su questa enclave del Sud, un tempo inaccessibile, ma oggi invasa da nuove malefiche Compagnie di ventura, che, con l’ausilio di truppe indigene scelte, sembrano aver dichiarato guerra alla Natura e alla dignità delle persone, immolandole impietosamente sull’ara del Dio Profitto.

Quanto diversi si rivelano questi ultimi invasori dagli antichi, che, pur facendo spesso danni ingenti, furono capaci di lasciare anche tracce positive della loro presenza: strade, ponti, palazzi, chiese. Un vero patrimonio storico, artistico e culturale! Gli invasori di oggi, invece, stanno facendo terra bruciata e, novelli Attila, lasceranno dietro di sé il deserto.

Attila, il flagello di Dio

Allora, che fare concretamente? Chi scrive, un lucano di Sigliano-Aliano, è la persona meno indicata a fornire indicazioni e suggerimenti. Sia perché vive stabilmente a 800 chilometri di distanza, sia perché conosce poco le prassi politiche e amministrative in atto. Eppure, qui ed ora, intende avanzare una proposta, nella speranza che possa essere considerata e condivisa da qualche anima buona.

L’idea, già avanzata nel giugno scorso, è che tutti i soggetti interessati provvedano a convocare in sedute straordinarie e aperte al pubblico i Consigli comunali di Stigliano, Aliano, Accettura, Cirigliano, Gorgoglione, Corleto e Guardia Perticara per esaminare l’opportunità che tutti i Consiglieri si dimettano e i Sindaci rimettano il loro mandato nelle mani dei rispettivi Prefetti.

Potrebbe essere, questa, un’azione dirompente, ma utile a svegliare le Autorità regionali dormienti, o forse sfuggenti, e a portare il tema sul tavolo di discussione al Ministero della Sanità e del Governo. Diventerebbe, così, quella delle estrazioni petrolifere selvagge, che qualcuno sospetta e denuncia avvengano al di fuori di ogni controllo, una questione nazionale, capace di trovare spazio e risonanza sulla stampa e sulle reti televisive italiane. E potrebbe essere, chissà, l’occasione per rimettere al centro della politica nazionale il tema del riscatto delle aree interne, da troppo tempo dimenticate e avviate verso una morte preannunciata.

Come testimonia lo spaventoso calo demografico che negli ultimi venti anni ha colpito tutti i paesi montani, i quali, già da tempo privati di molti servizi essenziali, ora vedono messa a rischio anche la sopravvivenza delle scuole dell’obbligo.

La nostra proposta è forse utopica? Non so, è difficile a dirsi. In ogni caso è forse l’ultima chance che rimane agli Amministratori e ai cittadini lucani per evitare di venire a patto col diavolo, come capitò al Faust goethiano. È, insomma, un’occasione da non sprecare, se davvero ci si vuole salvare almeno l’anima.

Angelo Colangelo

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