Storie di ponti

Proprio in concomitanza del tragico crollo del ponte Morandi a Genova, che ha provocato decine di vittime e ingenti danni materiali e morali al capoluogo ligure, del tutto casualmente stavo rileggendo documenti relativi alla costruzione del ben più modesto ponte sul Sauro tra Aliano e Stigliano.

ponte Acinello
Ho pensato di farne memoria, ritenendo di una certa utilità far conoscere gli antefatti della lunga vicenda che portarono, circa un secolo fa, alla costruzione di alcune opere viarie, per rompere l’isolamento di un territorio da sempre privo di strade di comunicazione qual era quello dei paesi della montagna materana, in particolare di Aliano.
Il 20 ottobre 1902, a un mese esatto dal giorno in cui una folta rappresentanza, guidata dal sindaco Giovan Battista Scelzi, lo aveva incontrato durante la tappa di trasferimento da Corleto Perticara a Stigliano, i cittadini di Aliano inviarono al Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli un’accorata petizione.

Viaggio di Zanardelli in Basilicata
Viaggio di Zanardelli in Basilicata

In particolare, si chiedeva al Governo del Regno il sussidio straordinario del 50% della somma di 92.000 lire necessario alla costruzione di un ponte in legno sul fiume Sauro, che avrebbe dovuto innestare una strada obbligatoria, appena realizzata dal Comune e costata l’ingente somma di 120.000 lire, alla strada nazionale.
Solo così – spiegavano i richiedenti – si sarebbe superato l’isolamento rispetto ad alcuni paesi del Mandamento di Stigliano e alla stessa Potenza, capoluogo della Provincia di Basilicata. L’opera, inoltre, avrebbe permesso, insieme con la realizzazione della programmata strada ferrata Grumo-Padula, di veder finalmente “alleviata la invadente miseria che scoraggia il forte ed annienta il debole”.
Investito tempestivamente da Zanardelli della questione, Nicola Ballenzano, Ministro dei Lavori Pubblici nella XXI legislatura del Regno dal marzo 1902 al novembre 1903, risponde con cortese fermezza al Presidente del Consiglio che lo Stato non può farsi carico, in deroga dalla prassi esistente, della metà della spesa occorrente, dopo aver già accordato un sussidio di 20000 lire, corrispondente al 25% della spesa totale.
Il Presidente Zanardelli, il 30 novembre 1902, ne informa il Consigliere Provinciale Nicola Salomone, confermando comunque gli altri interventi programmati per la costruzione di tronchi stradali nel Mandamento a favore dei comuni di Stigliano, Cirigliano, Gorgoglione e della stessa Aliano.
Il sindaco Scelzi, però, non demorde e nel maggio 1903 invia al Governo un’ulteriore richiesta, esibendo una nuova deliberazione del Consiglio Comunale alianese. Dopo una sola settimana, Zanardelli gli comunica di averla immediatamente trasmessa e sottomessa alla benevola considerazione del Ministro, che alla fine s’impegna ad accordare sui fondi previsti per il bilancio dell’esercizio finanziario una somma di 5000 lire, che va così ad aggiungersi alle precedenti sovvenzioni.
Trascorrerà qualche anno prima della costruzione del ponte, ancora oggi percorribile, ma è indubbio che essa fu resa possibile grazie anche alla famosa Legge Speciale promulgata il 31 marzo marzo 1904, tre mesi dopo la scomparsa del Presidente, che era stato protagonista dello storico viaggio in Basilicata.
Dalla stessa legge prese l’abbrivo la costruzione del ponte sull’Agri che, ultimato nel 1926, circa dieci anni dopo l’inizio dei lavori ad opera dell’Impresa di costruzioni potentina Francesco Di Mase, servì a migliorare il servizio dei trasporti tra Alianello e altri paesi della Valle, Sant’Arcangelo in particolare.


Si capisce bene quanto risultasse chiaro, già all’inizio del secolo passato, la necessità di un serie di provvedimenti organici nel campo delle infrastrutture, per creare condizioni di sviluppo adeguato in una regione che versava in uno stato di miseria e di arretratezza spaventevoli.
Ma gli eventi successivi, spesso drammatici, che hanno segnato la storia del Sud durante e dopo il periodo fascista, hanno anche dimostrato che per un riscatto reale del Mezzogiorno è indispensabile il recupero di una cultura che, come opportunamente sottolinea il meridionalista Gilberto Marselli, “sia rispettosa della terra nostra «genetrice» verso la quale dovremmo tutti dimostrare un maggiore rispetto ed amore perché possa essere benigna anche per le future generazioni”. La spaventosa tragedia consumatasi il 14 agosto scorso a Genova ne è solo l’ennesima conferma.

Angelo Colangelo

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