Quando la foto di famiglia fa la storia

Partendo da una sfuocata immagine ingiallita dal tempo, Antonio Bisignano rivisita la storia sociale e del costume di Prata Sannita, piccolo comune dell’entroterra casertano. Un’accurata raccolta di scatti di ‘famiglia’ che raccontano gioie e dolori del Novecento. Percorrendo l’ultimo tratto di strada che conduce a Prata Sannita, piccolo centro in provincia di Caserta, l’occhio si distrae attratto dalle dolci colline e dalla variegata vegetazione che caratterizza quest’angolo del Parco Regionale del Matese. Alte vette all’orizzonte, castagni, cerri e macchia mediterranea danno un po’ l’idea: «… come di essere a Stigliano» dice Antonio Bisignano, da anni residente nel comune campano. E proprio quest’idea di assimilare i due luoghi, frutto della nostalgia per il paese natale, è probabile sia alla base della sua attenta e scrupolosa opera di ricerca finalizzata a recuperare una parte importante della storia sofferta di Prata Sannita. Così, come nei volumi precedenti, anche questa volta in Vita Pratese – Momenti… Rubati (Vol. II), (Tipografia del Matese S.r.l., 2012), lo fa con la migliore delle testimonianze, ovvero la fotografia.
Qui, però, non ci troviamo di fronte agli scatti memorabili di Alberto Korda o di Henri Cartier-Bresson, bensì al cospetto di una realtà ‘famigliare’ fissata da anonimi principianti scevri da ogni vincolo tecnico e teorico. Autori inconsapevoli di prevedere che dopo un secolo quei “momenti… rubati” avrebbero rappresentato la più fedele delle testimonianze storiche del loro paese, e non solo. Un approccio ingenuo ma ricco di vitamine come un frutto maturo. Infatti, sgranando il rosario di immagini che compongono il libro, si spalancano le porte di un mondo pregno di suggestioni, facilmente rintracciabili nei ritratti che vanno dalla famiglia La Banca del 1913 a quella dei Lanni del 1940, passando per i Nardolillo del 1960 fino ai Cardillo del 1998.
Volti scavati dalla fatica, case in pietra, momenti felici e di serena convivenza indossando il vestito della festa, si connettono immediatamente ad altre storie e ad altri luoghi, non solo dell’entroterra meridionale della nostra penisola.

Un lavoro, quello di Bisignano, che conferma, ancora una volta, come l’unità del nostro Paese la si legga in ogni piega del territorio nazionale, dalla splendida rievocazione del mondo contadino della bergamasca fatta da Ermanno Olmi nel film L’albero degli zoccoli (1978) alla vecchietta avvolta nello scialle, immortalata sul selciato della Villa Marina di Stigliano da Franco Pinna nell’ottobre del 1953.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo lo scopo della storia di ‘gruppi di famiglie in un interno’ dato alle stampe da Bisignano, il cui ricavato è devoluto interamente al “Comitato per i festeggiamenti in onore di S. Antonio” di Prata Sannita, incentrato come detto sulla famiglia nella sua ampia accezione -nucleare, patriarcale, allargata, territoriale, lavorativa, ludica ecc.: «Altre finalità, magari recondite e inconfessabili» scrive l’autore nella premessa, «le lasciamo a chi non comprende la portata storica della terrificante banalità del “tutto passa” e a chi sogna di poter vivere una lunga estate e non si accorge che è già autunno e che, come le mosche, svolazza a fatica, sbattendo contro i vetri delle illusioni.»

Giuseppe Colangelo

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