Prima della notte, il libro di Mimmo Cecere

Sabato 15 dicembre 2018 ore 17.00 presso il Centro Culturale Polivalente in Via Lombardia 41 Castellanza (VA), presentazione del libro di Mimmo Cecere PRIMA DELLA NOTTE un anno con i pastori erranti della Lucania.

In vista del prossimo Natale e di Matera 2019, l’Associazione Culturale Ecomuseo della Valle Olona, in collaborazione con Il Piccolo Mondo Antico di Castellanza, propongono una serata per conoscere più da vicino il mondo dei pastori.
Dopo le presentazioni e le mostre dello scorso anno ecco un’altra occasione per accostarsi all’ultimo lavoro di Mimmo Cecere, dedicato ai pastori erranti della Lucania. Dopo circa tremila anni, questo antico mestiere sembra aver esaurito la sua funzione. Pochi sono i pastori ancora attivi, la maggior parte dei quali provengono in larga parte dai balcani, dal Nord Africa o dai Paesi dell’Est e quasi nessuno di loro era già pastore nel proprio Paese. “Prima della notte…” intende rimediare a questa perdita culturale, facendo rivivere il mondo pastorale, attraverso la descrizione della:

L’organigramma pastorale
L’organigramma pastorale

– cittadella dei pastori (tipologia degli jazzi, recinti in siepe morta, pagghiari e altre strutture vegetali);
– convivenza nei casoni (sveglia al canto del gallo, accensione del fuoco, abbigliamento, colazione, cena…);
– organizzazione del lavoro (piramide sociale, abbigliamento pastorale, suddivisione degli armenti, mungitura, caseificazione, tosatura, ricerca dei pascoli, cortaglia, transumanza, tratturi, bivacchi…);
– aree di pascolo (caratteri dell’ecosistema, le erbe degli armenti e quelle dei pastori, cibi di caccia e di raccolta, solitudine, libertà, mortificazioni);
– cultura pastorale (arte dell’intreccio e dell’intaglio, i racconti davanti al camino, musica, canti e balli).
Testi e illustrazioni raccontano – con uno stile che mescola romanzo storico, memorialistica e narrazione visiva – l’ultimo anno d’attività di un pastore della Collina Materana nei primi anni Cinquanta: gli stessi anni in cui E. De Martino conduceva le sue ricerche etnografiche in Lucania.

L’autore ha scelto la formula della “fiction antropologica”, applicando il metodo dell’osservazione partecipante. La narrazione prende le mosse all’inizio dell’autunno del 1954, in un grande jazzo della Collina Materana, e termina alla fine dell’estate dell’anno successivo con il ritorno delle greggi dalla transumanza in montagna.

Il casaro introduce la toma nelle fiscelle
Il casaro introduce la toma nelle fiscelle

Struttura del libro Il volume, in formato album, presenta un’elaborata architettura editoriale.
Testi e disegni sono entrambi dell’autore. La narrazione è preceduta da:
– una Nota d’avvio scritta dal paesologo Franco Arminio, una Prefazione del Prof. Ferdinando Mirizzi, docente di Discipline Demoetnoantropologiche all’Università della Basilicata e Dir. Delle Culture Europee e del Mediterraneo e un prologo in cui l’autore descrive l’incontro con un anziano ex pastore che rievoca il suo ultimo anno di vita pastorale, mentre intreccia un canestro di giunchi (metafora dell’intreccio narrativo).

La mungitura mattutina e serale nella Cazzòla
La mungitura mattutina e serale nella Cazzòla

– 9 quadretti, infatti, raffiguranti l’anziano pastore che intreccia la fiscella di giunco scandiscono i diversi capitoli. La conclusione del canestro coincide con la fine della narrazione. Ogni fase dell’intreccio è accompagnata da alcuni versi, che alludono al tema del capitolo, tratti da poesie di Rocco Scotellaro, realizzate negli stessi anni degli eventi narrati.
– Ad ogni pagina di testo è associata una tavola illustrata (70 in tutto) ad acquerello.
– Alla fine del racconto segue una postfazione dell’autore, le note e la bibliografia.
– Formato del volume cm 24X16.5, pagine 192, stampate in quadricromia su carta da 150 gr.
– Editore Oros & Ganos, Milano ([email protected])- Prezzo 29.90 €

Nel 2017, il volume ha ricevuto la SEGNALAZIONE in due premi letterari: XLVI ediz. Premio Letterario Basilicata e XX ediz. Premio Letterario Carlo Levi.

L’autore: Mimmo Cecere è nato in Lucania ma da cinquant’anni vive a Segrate (MI). È titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al LAS “Caravaggio” di Milano e al contempo svolge attività di operatore artistico (ha realizzato numerose mostre in spazi pubblici e privati); di giornalista free-lance (collaborazioni con Airone, Specchio de La Stampa, Piemonte Parchi, Itinerari e luoghi, Basilicata Regione, Case & Country, Viaggio in Italia); e di ricercatore (da circa 30 anni studia il mondo agro-pastorale e la cultura materiale delle aree interne della Lucania: su questi temi ha realizzato una mostra temporanea presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano e il ciclo illustrato sulla “trasformazione della ginestra”, per il Museo della Cultura Arbëreshe, nel Parco del Pollino). Nel 1988, in collaborazione con la Banca Popolare del Materano, ha pubblicato la strenna Massari e Masserie (segnalato alla XXVIII edizione del Premio Letterario Basilicata), nel 2009 la Guida d’arte sul grande Polittico di Stigliano e nel 2011 il catalogo d’arte della mostra “MelaMostro, il frutto proibito in natura e in arte”, esposta nel Castello di Paderna (PC) in occasione della XVI rassegna Frutti Antichi del FAI.
E-mail: [email protected] – tel. 3496468292

“Questo libro di Mimmo Cecere ha qualcosa di miracoloso. Sembra incredibile che nella società dello spettacolo e della velocità ci sia qualcuno che ha passato tanto tempo a ricostruire minuziosamente l’universo della pastorizia lucana. Cecere nomina quel mondo, perché ne sente vicina la fine definitiva. E nominare le cose in qualche modo è un tentativo di tenerle in vita. Forse però questo libro racconta un mondo che è destinato a tornare, anche se in altre forme. […] Questo libro è prezioso perché ci porta dentro il mondo dei pastori, non lo sorvola dall’alto. Una ricognizione che non trascura nessun aspetto, fatta con lucida passione.
L’autore dovrebbe essere invitato in tutte le scuole del Sud a raccontare un mondo a cui dobbiamo tornare a volgere lo sguardo”.
Franco Arminio (Paesologo)

“La lettura del testo di Mimmo Cecere mi ha riportato alla memoria un suo bel libro di diversi anni fa dedicato alle grandi e medie masserie della Collina Materana e alla relativa organizzazione economica e sociale (Massari e masserie. Forme del lavoro cultura materiale in Lucania, Milano, Oros & Ganos, 1998), con cui egli aveva fornito un’ampia dimostrazione delle sue qualità di studioso, fotografo e disegnatore, nel restituire conoscenze e dati accumulati in un decennio di ricerche sul terreno incrociando una quantità rilevante di testimonianze orali con l’osservazione diretta e la consultazione di fonti archivistiche e bibliografiche”.
Ferdinando Mirizzi (Docente di Discipline Demetnoantropologiche Uniba)

“Il libro “Prima della notte – un anno con i pastori erranti della Lucania”, frutto di un’attenta e scrupolosa ricerca in campo e di una fervida ma non fuorviante immaginazione, ha il merito di trasmettere la memoria di una realtà complessa e significativa nelle sue varie sfaccettature. Il mondo dei pastori, ormai in estinzione, offre, invece, una conferma che il nostro presente oppressivo ed estraniante, non può prescindere dalla memoria del passato e che sempre “il futuro ha un cuore antico”.
Raffaele Nigro (Scrittore e giornalista)

“Nel libro “Prima della notte” Mimmo Cecere opera una meticolosa e significativa esplorazione dell’universo agro-pastorale in un lembo della Lucania-Basilicata, dando vita alla rappresentazione puntuale di un mondo apparentemente semplice, ma in realtà complesso nella sua strutturazione e nelle sue dinamiche operative, gestionali e relazionali”.
Angelo Colangelo (scrittore e giornalista)

“Prima della notte. Un anno con i pastori erranti della Lucania (Oros & Ganos). Forse è improprio considerarlo un “prodotto locale”, e però è anche questo. Ne è autore Mimmo Cecere che è antropologo e insegna a Milano ma viene dal Sud. Alternando una pagina scritta a una disegnata evoca la vita, gli usi, le idee dei pastori lucani degli anni Cinquanta. Le 180 pagine del libro ci dicono pressoché tutto su quell’ambiente e quelle vite, e sono accompagnate, stagione per stagione, dai versi di Scotellaro, che quel mondo conosceva assai bene”.
Goffredo Fofi (Scrittore e Critico Cinematografico e Letterario)

 

 

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