Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, 21ª edizione

Si terrà il 3 novembre prossimo ad Aliano, presso l’Auditorium Comunale, la cerimonia conclusiva della XXI edizione del Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi” con la consegna dei premi ai vincitori.
La manifestazione del Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, di cui ricorre il trentesimo anniversario, è avvolta quest’anno da un velo di profonda tristezza per la scomparsa di Rocco Brancati, venuto a mancare il 18 aprile scorso all’età di 68 anni.
Per lunghi anni giornalista di punta del Tg3 Basilicata e docente a contratto presso l’Università di Basilicata, fu autore di preziosi documentari e saggi significativi, con cui raccontava magistralmente fatti e persone della storia politica, sociale e culturale regionale. Componente autorevole della Giuria del “Premio Levi”, anche ad Aliano, che lo volle suo cittadino onorario, ebbe modo di offrire generosamente le sue notevoli risorse intellettuali ed umane in numerose e importanti iniziative socio-culturali. Prodigandosi sempre con l’umiltà, la competenza e l’umanità che erano le note distintive di uno stile di vita esemplare. La scomparsa di Rocco Brancati è una perdita dolorosa per Aliano e per tutta la cultura lucana.

Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, 21ª edizione

Il Premio Letterario “Carlo Levi” propone ancora una volta opere di sicuro valore. A partire dalle due ritenute meritevoli di segnalazione.
La prima è il bel saggio Il vescovo Raffaello Delle Nocche e Madre Maria Machina a Tricarico, che Rosetta Maglione, scrittrice e fondatrice della casa editrice Osanna di Venosa, ha voluto dedicare a due personalità importanti non solo della Chiesa, ma dell’intera comunità lucana. Delle Nocche è il vescovo che ha legato il suo nome alla diocesi di Tricarico; Maria Ichino fu Madre Generale delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, un fiore all’occhiello del suo episcopato.
L’altra opera segnalata è I prigionieri del Siri di Antonio Casoria. Il corposo e ben strutturato romanzo storico dell’autore pugliese, studioso appassionato ed attento del Rinascimento in Italia meridionale, offre un prezioso contributo a illuminare non solo la figura di Isabella Morra, sì anche il contesto storico della sua breve e tragica esistenza, consumatasi nel tetro castello di Valsinni. Che troppo presto vide morire i sogni di amore e di gloria poetica della giovane e infelice nobildonna.

Tra le opere vincitrici di notevole interesse è certamente la monografia di Riccardo Gasperina Geroni, Il custode della soglia, che rielabora e amplia la sua tesi di dottorato e analizza con acutezza e originalità un tema di grande rilevanza, il sacro e le forme nell’opera di Carlo Levi. L’autore, Assegnista di Ricerca presso l’Università di Bologna, da tempo ama indagare i rapporti tra la letteratura italiana del Novecento con l’antropologia e la psicoanalisi. In tale àmbito ha pubblicato numerosi articoli su riviste scientifiche italiane e straniere e da oltre un anno dirige un progetto di ricerca sulla geo-critica del paesaggio industriale nella letteratura italiana del secondo Novecento. Piace ricordare, fra i molti contributi, La Bibbia di Diodati nell’autografo di Paura della libertà e Carlo Levi dopo gli anni zero, pubblicati rispettivamente su Esperienze letterarie e su Italian Studies.

Per la sezione regionale si è imposta, con il romanzo La scordanza, Dora Albanese. Nata a Matera, vive a Roma, dove collabora con Rai Uno. Dopo aveva esordito nel 2009 con la raccolta di racconti Non dire madre, l’autrice nel suo ultimo lavoro ha inteso rappresentare la realtà complessa e contraddittoria del Sud dell’Italia. Attraverso le dolorose vicende che vedono protagonista la giovane e bella Caterina nel piccolo borgo lucano di Muggera, emerge un mondo di miseria e di violenza, di magia e di superstizione. Ma anche un mondo attraversato da un labile e invisibile confine tra ricordi e dimenticanze, tra la vita e la morte.

Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, 21ª edizione

Per la saggistica nazionale è stato premiato Gabriele Scarcia con l’opera Il tesoro della Basilicata – Paesaggio e Arte -, introdotto da Vittorio Sgarbi. L’autore, critico e storico dell’arte di origine lucana, vive tra Roma, Napoli e Matera. Già meritevole di importanti riconoscimenti, è coinvolto nel Progetto di Matera Capitale Europea della Cultura con il ruolo di portavoce del Sindaco.
Grazie ad una lussureggiante iconografia, il saggio di Scarcia offre al lettore la splendida visione dei tesori paesaggistici ed artistici della Basilicata-Lucania. Vale a dire di un lembo marginale del Sud, da sempre ignorato e ancora oggi solo parzialmente indagato. Non mancano nella stupefacente rassegna significativi riferimenti e preziose immagini di Aliano e dei paesi troppo spesso dimenticati della collina materana: lo straordinario paesaggio dei calanchi, i meravigliosi dipinti di Carlo Sellitto e di Carlo Levi, il mirabile polittico della Chiesa Madre e lo struggente Crocifisso del Convento di Sant’Antonio a Stigliano. L’occhio dell’autore nella prima parte dell’elegante volume scruta con fine delicatezza e partecipazione emotiva i meandri reconditi del grande patrimonio paesaggistico lucano; nella seconda parte i tesori artistici, dal sarcofago di Rapolla agli affreschi di Ripacandida con felici incursioni tra le mirabili opere di Andrea Mantegna e di Altobello Persio, di Silvestro Buono e di Franco Artese, nonché dello stesso Carlo Levi.

Vincitore per la Narrativa Nazionale è Gabriele Pedullà. A distanza di quindici anni, raccoglie idealmente il testimone dal padre Walter, che fu a sua volta premiato nel 2003 con Giovanni Russo e Gianni Riotta.
Nato a Roma nel 1972, Gabriele Pedullà è docente di letteratura italiana all’Università di Roma III e Visiting Professor a Stanford. Significativi sono i suoi saggi su Beppe Fenoglio, su Machiavelli e sulle condizioni del cinema e delle altre arti nell’epoca degli individual media. Nella narrativa Gabriele Pedullà aveva esordito nel 2010 con la raccolta di racconti Lo spagnolo senza sforzo. Vi torna ora con il romanzo Lame. E’ una narrazione tenera e malinconica, in cui i protagonisti Olimpia e Ruggiero, due giovani coniugi, sono perennemente animati da sentimenti ondeggianti fra rimpianti e speranze. Intorno a loro si muove una cerchia di amici che, spinti dalla comune passione per il pattinaggio, si ritrovano al Pincio, dove cercano, incontrandosi, di superare le loro interne disarmonie. L’opera propone anche una delicata analisi del tema dell’amore, dei rapporti di coppia e, più in generale, delle umane relazioni.

Angelo Colangelo

Seguici sui social

1,667FansMi piace
92FollowerSegui
1,210IscrittiIscriviti

Leggi anche

Leggi anche ...
Related

Ricordi d’infanzia stiglianese

Ricordi d’infanzia stiglianese di Nicola Colangelo Sono le 7,30, mamma entra...

Frustuli di storia e letteratura lucana

Frustuli di storia e letteratura lucana di Angelo Colangelo Recentemente in...

Carnevale nella montagna materana

Carnevale nella montagna materana di Angelo Colangelo Anche nei paesi della...

Un Politico stiglianese del tempo che fu

Un Politico stiglianese del tempo che fu di Angelo Colangelo Salvatore...