Lucania in lutto per la scomparsa di Domenico Notarangelo

E’ scomparso a Matera Domenico Notarangelo. Oltre ad essere stato alacre dirigente politico e amministratore apprezzato nella nostra regione, egli è ricordato anche per la sua lunga ed intensa attività culturale. Come giornalista, fotoantropologo e scrittore, ha dedicato attenzione assidua ai fatti politici e alle trasformazioni sociali, oltre che alle tradizioni popolari e religiose, di cui ci ha offerto copiose e preziose testimonianze.
Nato a Sammichele di Bari il 6 marzo 1930, approda nel 1959 a Matera, dove, rimasto orfano di entrambi i genitori, segue il fratello trasferitosi nel capoluogo lucano per ragioni di lavoro. Qui prosegue la sua militanza politica, iniziata già nel 1946 al suo paese natale, aderendo al movimento giovanile del Pci. Nel 1960 riceve l’incarico di corrispondente dell’Unità, durato fino al 1975. Nel 1962 è segretario provinciale della FGCI, l’organizzazione giovanile del partito comunista.
Nel 1964 entra a far parte come consigliere dell’Amministrazione Provinciale di Matera, dove è rieletto cinque anni dopo per il secondo mandato e nello stesso anno assume la direzione di un periodico, Nuova Basilicata, che vede la luce il 2 luglio 1964. Nel 1970, subentrando ad Angelo Ziccardi, cui è affidato l’incarico di capogruppo del Pci nel primo Consiglio Regionale, diventa segretario provinciale della federazione comunista materana, carica mantenuta fino al 1975, e viene eletto consigliere comunale con l’incarico di capogruppo consiliare.
Intensa fu la sua attività letteraria. Fra le sue numerose pubblicazioni, oltre a Il maggio di Accettura del 1975, merita una menzione per il valore demo-antropologico e documentale l’opera I sentieri della pietà. Comportamenti devozionali della gente del Sud. Più recenti sono altri due libri importanti, Il Vangelo secondo Matera e C’ero anch’io.
Nel primo caso l’autore ci regala una vivida narrazione, arricchita da immagini stupende, della sua collaborazione e della sua amicizia con Pier Paolo Pasolini, nata nel 1964, quando il grande scrittore e cineasta andò a Matera per girarvi il celebre film Il vangelo secondo Matteo.

Domenico Notarangelo
Notarangelo racconta del suo inserimento nella troupe di Pasolini, che gli delegò peraltro il non facile compito di procurare le comparse e poi gli fece vestire i panni del centurione. Sotto la sua divisa di severo soldato romano egli non mancò di nascondere due macchine fotografiche con le quali operò una cinquantina di scatti confluiti molti anni dopo nell’opera Vangelo secondo Matera e più recentemente in Pasolini Matera.
In C’ero anch’io, partendo dai ricordi della sua infanzia, Notarangelo effettua una ricostruzione delle vicende politiche e sociali della Basilicata del secolo scorso sulla scorta delle sue esperienze personali. Sono, perciò, testimonianze preziose di un osservatore privilegiato per la sua militanza politica e per la dimestichezza con alcuni intellettuali legati alla Lucania-Basilicata. Fra gli altri, l’autore del celebre Cristo si è fermato a Eboli, come testimonia peraltro il libro Da Carlo Levi a Franco Rosi, meritevole del Premio Letterario Carlo Levi nel 2012.

Domenico Notarangelo
Risale proprio alla cerimonia della consegna del Premio ad Aliano l’ultimo nostro incontro, dopoché, qualche anno prima, con generosa disponibilità egli aveva accettato di incontrare a Stigliano i miei alunni, coinvolti in un impegnativo e significativo progetto sulla storia della stampa in Basilicata. Notarangelo fu da me invitato come autore de La stampa periodica lucana 1944-1994, un saggio illuminante che, sullo sfondo delle dinamiche della storia nazionale, offre una narrazione viva e coinvolgente di cinquant’anni di storia regionale attraverso ampi stralci degli articoli più significativi ripresi dalle diverse testate del tempo.
Quel giorno riuscì ad incantare il numeroso uditorio, facendo rivivere i fermenti politici degli anni postbellici, che avevano prodotto l’istituzione della Repubblica, le lotte contadine per la terra e la discussa Riforma Agraria, l’emigrazione verso il nord e verso l’estero, l’industrializzazione della Valle del Basento, il risanamento e il recupero dei Sassi a Matera, i fatti legati al terremoto del 23 novembre 1980, l’istituzione dell’Università di Basilicata nel 1983 e l’insediamento della Fiat a San Nicola di Melfi dieci anni dopo, la visita di papa Giovanni Paolo II nel 1991. Fu davvero una grande lezione di storia e di vita!
Non è esagerato, dunque, affermare che con la scomparsa di Domenico Notarangelo il panorama politico e culturale lucano si riscopre più povero, perché certamente egli ha incarnato un pezzo significativo della storia della regione che lo aveva adottato.

V. Angelo Colangelo

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