Leggieri: esempio Borsellino sia sempre vivo

Leggieri: esempio Borsellino sia sempre vivo

“Nel trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio occorre non solo ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e dei suoi cinque agenti della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), ma anche come è cambiata l’Italia dal 1992 ad oggi. Nuovi provvedimenti legislativi sono stati presi per contrastare la criminalità organizzata, un senso civico sempre più profondo anima la cittadinanza, maggiore consapevolezza è presente rispetto a quanto siano deleterie le mafie, dannosissime sotto tutti i punti di vista”.

Borsellino Paolo
La strage in via D’Amelio a Palermo

A sostenerlo il consigliere regionale del M5s, Gianni Leggieri che aggiunge: “L’esempio di Paolo Borsellino, senza cadere nella retorica più deprimente che tende a segnare questa giornata, deve essere un faro nella vita di tutti i giorni.

Gianni Leggieri, Consigliere regionale M5S

Il suo impegno professionale, le sue capacità investigative, la sua dirittura morale siano da esempio per ognuno di noi. Il 1992 ha scritto una pagina molto importante per la storia dell’Italia. Non possiamo dimenticare anche i continui depistaggi, a riprova del timore di far emergere le scoperte di Paolo Borsellino, ma non possiamo neppure dimenticare che il suo sacrificio e quello di Giovanni Falcone hanno dato all’Italia la consapevolezza che i cambiamenti più importanti partono dal basso, dai cittadini, che ogni giorno devono battersi per la giustizia, compresa quella sociale, e la legalità”.

“Un pensiero – dice – lo voglio rivolgere alle famiglie dei miei colleghi della Polizia di Stato morti il 19 luglio 1992. Emanuela Loi è stata la prima donna impiegata per motivi di scorta e la prima donna delle forze dell’Ordine a cadere in un attentato”.

“In questo giorno particolare – conclude – voglio ricordare Paolo Borsellino con queste sue parole: ‘La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’”.

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