“Il seme dell’amore”, poesia di Giuseppe Palladino

Possano il rispetto tra i popoli e la morale insita in essa essere un deterrente ai venti di guerra che soffiano minacciosi e nello stesso tempo un auspicio per la sospirata pace.
Giuseppe Palladino poeta

IL SEME DELL’AMORE

Segnato dalle rughe e dalla pioggia
l’uomo antico aprì la bocca
e parlando a bassa voce
disse ai figli:
“in passato ci fu un tempo
dove l’odio era nell’uomo
e per distruggersi inventò
molte armi e tante guerre”.
Poi sempre sottovoce
occhi bassi e con rispetto
ancora disse:
“non contento dei suoi danni,
delle guerre e tanti sbagli,
si inventò un’arma nuova.
Nessun cielo, terra e mare
sopravvissero all’ordigno nucleare.
Annebbiato dal peccato
del diabolico potere
poi passò ai ferri corti,
e presuntuoso come sempre
diede carte e sfidò la sorte,
giocando la sua partita con la morte,
fino a quando spalle al muro
perse tutto e fu la fine.”
Adesso qui
in questo mondo
dove la vita è importante,
una cosa abbiam capito:
non c’è posto per l’orgoglio,
non c’è posto per la guerra
che ha spazzato terre e figli.
Adesso qui
siam tutti uguali,
senza prede e predatori
né vincitori e vinti.
Adesso qui
in questo mondo
non c’è uscio chiuso a chiave,
non c’è violenza né dolore
nessuna dignità perduta né orgoglio
non c’è tristezza né erba voglio.
Nelle carte un solo seme,
quello dell’amore,
che da sempre vince l’odio
e spunta ancora.

Giuseppe Palladino

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