Il mondo dei draghi

“La leggenda del drago”, che anima da alcuni anni con successo le estati stiglianesi, induce alla rivisitazione di un fortunato genere letterario saccheggiato a piene mani da cinema, teatro e televisione. La spettacolare messa in scena di “La leggenda del drago”, ispirata al libro omonimo di Salvatore Agneta, si inscrive nel solco di un rinato interesse per temi e favole medievali che ormai proliferano in tutt’Italia e non solo.
Ma al di là dello specifico fortunato allestimento stiglianese, l’argomento in sé merita una certa attenzione, una rivisitazione alla luce di una vera e propria esplosione che il genere conosce negli ultimi anni in libreria, in teatro, al cinema e in tv.
Dal vastissimo catalogo letterario spicca per grandi e piccini una serie di titoli fra i più recenti che vede protagonisti questi feroci e, a volte, amabili mostri di altri tempi.
Dalla famosa trilogia “Dragonlance” di Margaret Weis e Hickman Tracy (Armenia Editore) a “Dragonheart” scritta da Todd J. McCaffrey e Anne McCaffrey (Sperling & Kupfer), passando per il classico “La storia infinita” di Michael End (Corbaccio) e “Il drago di ghiaccio” di Martin George R. (Mondadori), fino alle fortunate saghe di “La ragazza drago” dell’italiana Licia Troisi (Mondadori) e di Christopher Paolini, autore di “Eragon”, “Eldest”, “Brisingr” e “Inheritanche” (Rizzoli).

Per i più piccoli, infine, da non perdere “Dragologia” di Ernest Drake (Rizzoli), tre splendidi volumi per sapere sull’argomento tutto e di più. Il salto dei draghi dalla pagina al grande schermo è del tutto naturale. Pionieri della macchina da presa e maghi dei trucchi si cimentano con il bestiario mitologico medievale fin dalle origini del cinema, dando il via al felice approccio con il fantastico e il meraviglioso.
Fra questi esseri mostruosi non potevano mancare le indomabili bestie sputafuoco che danno del filo da torcere al malcapitato cavaliere di turno, o più raramente rappresentano una forza benevola contro stregoni malvagi e cattivi di ogni risma. Dalle iguane goffamente truccate dei primi film allo spaventoso drago nero-viola del cartoon disneyano La bella addormentata nel bosco (1941) di Clyde Geronimi, dal La storia infinita (1984) di Wofgang Petersen e Godzilla contro king Ghidorah (1991) di Kazuki Omori, fino alle stupefacenti creature di Il regno di fuoco (2002) di Rob Bowman, Dragonheart – Cuore di drago (1996) di Rob Cohen, Dragon Trainer (2010) di Chris Sunders e Dean DeBlois e lo stupefacente Avatar (2009) di James Cameron, i draghi attraversano la storia del cinema rischiando però di fossilizzarsi nello stereotipo del mostro ottuso e violento, capace solo di seminare panico e distruzione per poi essere ucciso poco prima dei titoli di coda. Un connubio, quello tra libro e rappresentazione di demoni dalle fauci incendiarie, che sembra non conoscere momenti di stanchezza, come dimostrano appunto opere teatrali quali “La leggenda del drago” e le numerose serie animate che popolano i palinsesti televisivi del globo terrestre.

Giuseppe Colangelo

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