Fra erudizione e cultura a lezione dal filosofo Barzaghi

Nel definire il significato del termine insegnare, all’interno di una sua omelia, il filosofo domenicano di Bologna Padre Barzaghi ha sottolineato la differenza fra erudizione e cultura, collegando il tutto al Vangelo della Domenica.
La Messa da lui officiata è da diversi anni, ormai, quella delle ore 22 della Domenica, sempre stracolma di gente, nonostante l’ora tarda – per lo più giovani, fatto raro, di questi tempi – nella prestigiosa Basilica bolognese che conserva le spoglie del Santo fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori: Domenico di Guzman.
Padre Barzaghi, che è docente di logica allo Studio Filosofico Domenicano, ha spiegato nella circostanza il significato della Festa di Pentecoste, facendo riferimento alle seguenti parole di Gesù: ” Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”.
A proposito del termine insegnare il filosofo tomista ha precisato la differenza fra erudizione e cultura, di cui dicevamo all’inizio.
lezione_filosofia_001Insegnare significa letteralmente trasmettere dei segni. Come quando la maestra trasmette agli alunni della prima elementare i segni delle lettere dell’alfabeto.
Chi riceve questi segni, cioè coloro che vengono istruiti, possono realizzare l’apprendimento come esperienza di auto-limite o come qualcosa che indica loro una direzione da intraprendere.
Nel primo caso il bambino che apprende il segno della lettera A, se non lo pone in collegamento con la realtà che lo circonda, in funzione applicativa del suo conoscere, vivrà quell’apprendimento in modo auto-limitato.
Il bambino, invece, che sentendo esclamare una sua compagna di banco con l’espressione “Aaaahhh” collegherà il segno appena appreso della lettera A a ciò che succede nella realtà a lui prossima, e così facendo avrà vissuto la conoscenza non come auto-limite ma come qualcosa che gli indica una direzione.
Nel primo caso si avrà erudizione, nel secondo ci sarà cultura.
Non ci vuole tanto a capire che la prima esperienza è fruttuosamente redditizia e la seconda è deleteria e sterile. Più difficile è capire come si passa dalla prima alla seconda.
Ce lo spiega il nostro di cui sopra, un sacerdote ‘sui generis’ che fa dell’omelia una vera lezione di filosofia.
Per passare dall’erudizione alla cultura, da parte di chi apprende un insegnamento, occorre un ‘guizzo di intelligenza’ – l’espressione è testuale – che ti fa vedere una direzione, da praticare in concreto, da quel segno che si è appena appreso in astratto, così da risultare ‘coltivato’ e non semplicemente ‘erudito’.
Applicando questo ragionamento alla Pentecoste, il filosofo Barzaghi arriva alla conclusione che l’uomo di fede deve rivolgersi all’azione dello Spirito Santo, che lo guida nelle strade della vita, per ricevere da Lui i segni che insegnano… le direzioni da intraprendere.

Così facendo non sarà erudito ma coltivato, seguendo la promessa fatta da Gesù ai discepoli prima dell’Ascensione, che naturalmente vale anche per i credenti di oggi.
La promessa che invierà il Paraclito che spiegherà loro ogni cosa.
Ma in che modo avviene l’insegnamento di Dio che guida l’uomo sulla strada da seguire?
Non stando davanti, risponde Barzaghi, come saremmo portati a pensare se immaginiamo la guida dei condottieri di un esercito. Ma da dietro: lo Spirito Santo sospinge da dietro chi a Lui si affida indicandogli la giusta direzione in cui incamminarsi.
Ma a questo punto il nostro filosofo si imbatteva in un ragionamento complesso, che qui omettiamo per ragioni di sintesi, per dimostrare che i tre verbi ‘sospingere’, ‘insegnare’ e ‘ricordare’ hanno la stessa radice semantica.
E ciò avvalora il fatto che lo Spirito Santo quando agisce sull’uomo fa sempre la stessa cosa, che corrisponde esattamente a ciò che Gesù ha indicato nel Vangelo di Giovanni, proclamato nel 50° e ultimo giorno del tempo di Pasqua:” Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”.
L’ultimo concetto significativo da sottolineare, dell’omelia di Pentecoste del filosofo Barzaghi, è che colui che è sospinto con fede dalla guida dello Spirito , andrà a vivere il passato e il futuro contemporaneamente nel suo presente.
Il passato gli verrà dalla memoria della conoscenza della verità e il futuro gli sarà indicato dalla direzione da intraprendere. Il tutto nel presente storico in cui riceve la guida dello Spirito, così da realizzare il suo vivere quotidiano con leggerezza, determinazione e vigore.
Provare per credere.

di Giovanni Fortuna

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