Il magistrato sospetta che «dopo aver varato l’aggiudicazione del servizio di emergenza urgenza» hanno «impedito l’azione di vigilanza sulla corretta esecuzione del contratto sin dall’avvio del servizio». Con questa «condotta», sostiene il pubblico ministero, avrebbero procurato «un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla ditta che gestisce il servizio. Ma il magistrato ipotizza anche che la Regione Basilicata abbia subito un danno. E’ il secondo capo d’imputazione.
Gli indagati sono Raffaele Di Nardo, Filippo Bubbico, Rocco Colangelo, Franco Mattia, Carlo Chiurazzi, Sabino Altobello, Vito De Filippo, Carmine Nigro, Carlo Chiurazzi, Rocco Vita, Salvatore Blasi, Aldo Michele Radice, Erminio Restaino, Gennaro Straziuso, Carmine Nigro, Donato Paolo Salvatore, Cataldo Collazzo, Giovanni Carelli, Gaetano Fierro, Francesco Mollica e Giovanni Rondinone. Ecco l’ipotesi del pm: «In qualità di componenti della giunta regionale in carica all’avvio dell’appalto, ovvero di componenti della giunta subentrata a seguito delle elezioni del 2000, nonché di componenti della giunta subentrata nel 2002, nonché di componenti della giunta che ha dato avvio sperimentale a Basilicata Soccorso, ovvero di componenti della giunta subentrata a seguito delle elezioni del 2005, nella loro qualità di organi di direzione politica, pur in presenza di evidenti disfunzioni nella gestione dell’appalto elisoccorso-elisuperfici da parte della ditta che gestisce il servizio, non esercitavano la dovuta azione di controllo, anche con riguardo all’operato dei dirigenti e funzionari regionali, omettendo di adottare gli opportuni conseguenti provvedimenti risolutori, con ciò procurando ingiusti vantaggi patrimoniali alla ditta che gestisce il servizio, dovuti alla mancata attribuzione delle giuste penali previste». Eppure era tutto previsto da uno dei capitoli del contratto: «In caso di interruzioni del servizio, servizi insoddisfacenti o non prestati, è prevista l’applicazione di penali».
di FABIO AMENDOLARA
da Il Quotidiano della Basilicata