Leggende o Realtà? Dall’immaginario collettivo finalmente la prova concreta!

Ritrovato nel primo pomeriggio di ieri da alcuni contadini in località “Caputo” i resti di un gigantesco rettile, nessuno credeva ai propi occhi, ma tutto ciò che per anni, secoli, ha alimentato leggende e racconti popolari è finalmente realtà, ebbene si il suddetto rettile a detta degli esperti zoologi archeologi accorsi sul posto è un Drago per la precisione un “Dorso rugoso di Norvegia” abitava la terra in epoca medievale e infestava i campi e i villaggi con il suo alito infiammante.
Questo simpatico rettile piromane ha una lunghezza di 7,6 metri la sua testa misura 76 cm il corpo 2,7 metri ed una coda di 3,7 metri, con la testa a triangolo e due corna simmetriche di 27 centimetri.
Dalle prime analisi sul cranio e sul corpo del drago si è riscontrato che nella cavità orale presenta due ghiandole di forma conica una specie di narice interna da dove si suppone sputasse fuoco, e al centro della mandibola un taglio netto inferto da un corpo contundente, quindi si è giunti alla conclusione che il drago in epoche ancora da accertare sia stato ucciso e sepolto.
L’età del drago e la sua sepoltura ci saranno note solo dopo l’esame al carbonio 14.
Dedotto che il rettile è stato ferito mortalmente da una spada o una lancia la domanda da farsi è la seguente:
Il Principe Colonna ha davvero ucciso un Drago?
La leggenda del drago è effettivamente qualcosa di realmente accaduto?
Secondo alcuni studiosi i draghi che hanno popolato il nostro mondo appartenevano a 2 grandi specie: i draghi orientali, e i draghi occidentali, nella prima categoria ricordiamo il “petardo cinese”, il “petardo catalano”, l’ “opaleye degli antipodi” e il “vipertooth peruviano”, nella seconda categoria decisamente quella che ci interessa più da vicino ricordiamo il “gallese verde”, il “dorso rugoso di norvegia”, l’ “ungaro spinato”, il “grugnolungo portoghese”, l’ “ironbelly ucraino” e il “lungocorno rumeno”
Io credo che alla luce dei recenti avvenimenti sopra citati sia logico riscrivere un pezzo di storia e approfondire gli avvicendamenti che hanno segnato i nostri avi.
D’altronde noi speriamo che i resti del rettile siano esposti in un museo, naturalmente, dopo tutti i test biologici e che venga alla luce tutta la verità, vi terremo aggiornati.

 

 

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