“LE MANI, le storie” di Saverio Panariello

Dall’8 al 22 Agosto si è tenuta presso la Sala Zanardelli del Comune di Stigliano, la mostra fotografica di Saverio Panariello dal titolo:” LE MANI, le storie”, a cura dell’associazione “L’ANGOLO DELLA MEMORIA”. La proposta espositiva ha avuto un ampio numero di visitatori. Per questo motivo pubblichiamo il testo critico che ha introdotto la mostra.

Saverio Panariello da circa quarant’anni trascorre ogni anno le sue vacanze a Stigliano. Per la costante frequentazione della montagna materana può, a buon diritto, essere annoverato tra gli stiglianesi d’adozione. Saverio, negli anni, non si è limitato a soggiornare come un semplice turista interessato all’aria fine di montagna, al paesaggio naturale e antropico, al buon cibo e alle relazioni sociali offerte dalla comunità. Egli, assecondando una passione crescente per la fotografia, ha collezionato, nel tempo, migliaia di scatti fotografici. In circa vent’anni ha fotografato di tutto: l’ambiente rurale, con i suoi casolari diroccati, i paesaggi naturali, i vicoli, i portali e le abitazioni del centro storico.

Nell’ultimo decennio, la sua presenza all’interno della comunità ha assunto sempre più le caratteristiche di un fotoreporter interessato a documentare ogni evento cittadino al quale gli è concesso di partecipare: le feste religiose, le rievocazioni storiche, le kermesse estive, le presentazioni dei libri, le rassegne gastronomiche… Egli, a poco a poco, è diventato il fotografo ufficiale che documenta ogni iniziativa che si realizza a Stigliano nel periodo estivo.

“LE MANI, le storie” di Saverio Panariello

Accanto al ruolo di fotografo della comunità – svolto peraltro in totale gratuità – Saverio ha coltivato ultimamente una sua personale ricerca d’immagini. In maniera quasi rabdomantica, ha fotografato decine e decine di mani, d’ignari personaggi, cercando nelle mani il racconto della loro vita. Egli ha considerato gli arti superiori degli anziani come un libro aperto da decifrare, un mondo nascosto da portare alla luce. Tutta la mostra – 40 fotografie in tutto – è caratterizzata dal medesimo soggetto: mani di uomini e di donne non più giovani, in atteggiamento di quiescenza. Nella ricca galleria d’immagini a prevalere sono soprattutto le mani dei primi, meno quelle di anziane signore. Le mani, in questo caso, sostituiscono il volto e diventano l’unico elemento identitario della persona.

“LE MANI, le storie” di Saverio Panariello

Gli scatti non sono unidirezionali. Riprendono gli arti dal davanti, dal dietro e di lato, mostrando, analiticamente, ogni dettaglio. L’obiettivo – similmente all’occhio di un entomologo – indaga tra la peluria ispida, simile ad una boscaglia che si estende dalle braccia alle falangi. Le immagini fotografiche, oltre a fornirci una descrizione immediata della fisicità, della longevità e della natura sociale dei soggetti ritratti, si offrono ad una lettura più speculativa. Tra le pieghe sottili della pelle, infatti, nelle sue caleidoscopiche sfaccettature, si può intravedere il racconto di una vita: le fatiche, le gioie, i dispiaceri, le sofferenze, la durezza del carattere, la generosità, la passione, l’insipienza. Avendo escluso il resto della persona, le mani diventano le uniche protagoniste per provare a raccontare la vita degli incogniti protagonisti.

 “LE MANI, le storie” di Saverio Panariello

Pochi segni rendono il soggetto più facilmente identificabile. L’orologio al polso, presente in talune immagini, è un segno della modernità che irrompe su mani arcaiche. L’unghia cresciuta del mignolo ci ricorda una pratica poco nobile, bandita dal bon ton. La terra tra le unghie è un segno del lavoro appena svolto.

 

Le mani ritratte da Saverio sono:

 

Mani in riposo Mani venate
Mani in-operose Mani incrociate
Mani pelose Mani piegate.
Mani rugose Mani ostentate.
Mani nodose Mani negate.
Mani callose Mani tese.
Mani carezzose Mani distese.
Mani macchiose Mani sospese.
Mani unghiose Mani screpolate
Mani appiccicose

 

“LE MANI, le storie” di Saverio Panariello

 

La galleria di mani, proposta in questa mostra, non ha la pretesa di raccontare in modo esaustivo la storia dei soggetti ritratti ma semplicemente alludervi, lasciando lo spettatore libero di cogliere ogni personale suggestione.

Mimmo Cecere

 

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