La via dei Sindaci.

Se nasci a Stigliano ed abiti in Via P.pe di Napoli, non importa il civico, allora sei destinato ad amministrare il borgo. Almeno una volta nella tua vita. Anche in questa tornata elettorale la tradizione è stata rispettata, come negli ultimi 15 anni. E così dopo i dottori Vasti, Digilio e Barisano, tocca a Franco Micucci. Abita quasi in cima alla via dei Sindaci, per chi scende in direzione Craco. Così dopo quella Francigena o Romea che portava i pellegrini dell’Europa Occidentale fino a Roma, abbiamo anche noi una via (Comune) che i pellegrini/elettori di vario colore prima o poi percorrono in tutta la sua lunghezza, o quasi.

A prescindere dal percorso ed a voler giudicare solo dai risultati, sarà una strada battuta da molti: Franco Micucci ed i componenti la sua lista hanno annichilito gli avversari facendo strame dei loro detrattori. Un successo figlio di un attento mix fra persone e generazioni mediane. Uomini e donne. Professioni e mestieri. Di lavoro e quotidianità. Ma anche di candidati con famiglie con seguito numerico molto consistente. Qui’ la politica dei partiti c’entra poco. E’ la società civile che si riprende il suo primato nella speranza di riprendersi anche il destino politico.

Ed è questa la riflessione che m’inquieta. Le liste civiche hanno un senso ed un significato per “il giardino elettorale sotto casa”, ma senza una ripresa delle dialettica politica, sana , civile e leale, senza una competizione politica che guardi più lontano, anche loro prima o poi cadranno nell’oblio. Come è già capitato ad altri (leggi sopra) ormai figurine partitiche sbiadite dal tempo.

Allora è importante se non necessario, che si ritorni a dialogare in ottica politica. A tentare di avere voce nei che contano, nelle istituzioni provinciali e regionali ma anche no, nazionali. Ad essere riferimento “per e del territorio”. Mi auguro sia la prossima meta del capitano coraggioso Micucci. Ha sconfitto draghi e lucertole. Serpi e bisce d’acqua. Il risultato ottenuto è uno dei più eclatanti degli ultimi anni e non va disperso.

Adesso è il tempo delle rose e del vino. Viva il Re! Godiamocelo. Verrà quello delle spine e degli aceti. A morte il Re! Prepariamoci.
“In bocca al drago” Franco, da sempre vicino alla tua persona e spero al “politico di domani ”.

Ghigno di Tacco.

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