La Chiesa festeggia a capodanno la “Theotokos”

La solennità che si celebra ogni anno il 1° gennaio, nella Chiesa Cattolica,  corrisponde a uno dei quattro dogmi di fede che riguardano la madre di Gesù, dopo quelli relativi all’Immacolata Concezione, l’Assunzione al Cielo e la Verginità perpetua. E’ il dogma di Maria “Theotokos”, che significa Madre di Dio e che fu  proclamato dal Concilio di Efeso nell’anno 431  contro l’eresia di Nestorio.
Ma “Theotokos” è anche il nome con cui nei secoli è stata designata Maria Santissima  prima ancora della proclamazione del dogma.
Fare la storia del dogma della maternità divina sarebbe fare la storia di tutto il cristianesimo, perché il nome era entrato così profondamente nel cuore dei fedeli che quando, davanti al Vescovo di Costantinopoli, un prete di nome Nestorio  osò affermare che Maria era soltanto madre di un uomo, perché era impossibile che Dio nascesse da una donna, il popolo protestò scandalizzato.
Nestorio non cambiò pensiero e l’imperatore convocò un concilio, che si aprì ad Efeso il 24 giugno 431 sotto la presidenza di san Cirillo, legato del papa Celestino. Erano presenti 200 vescovi i quali proclamarono che “la persona di Cristo è una e divina e che la Santissima Vergine deve essere riconosciuta e venerata da tutti quale vera Madre di Dio”.
Se Cristo è vero Figlio di Dio e Maria è vera madre di Cristo, Maria è Madre di Dio.
I cristiani di Efeso intonarono canti di trionfo, illuminarono la città e ricondussero alle loro dimore con fiaccole accese i vescovi “venuti – gridavano essi – per restituirci la Madre di Dio e ratificare con la loro santa autorità ciò che era scritto in tutti i cuori”.
I Padri del Concilio, per perpetuare il ricordo dell’avvenimento, aggiunsero all’Ave Maria le parole: “Santa Maria, MADRE DI DIO, pregate per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. Milioni di persone recitano ogni giorno questa preghiera e riconoscono a Maria la gloria di Madre di Dio, che un eretico aveva preteso negare.
Si tratta della prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale: indicata con il nome di “Natalis Sanctae Mariae” inizia ad essere celebrata a Roma intorno al VI secolo.
Se la proclamazione del dogma risale al 431, l’attuale ricorrenza liturgica della Madre di Dio fissata al 1° gennaio risale al 1931, allorquando Papa Pio XI, in occasione del 150° anniversario di quel Concilio, sposta la data della festa dall’11 ottobre e ne istituisce il grado della solennità con l’enciclica “Lux veritatis”, pensando che sarebbe stata “cosa utile e gradita per i fedeli meditare e riflettere sopra un dogma così importante come quello della maternità divina”, e per lasciare una testimonianza perpetua della sua devozione alla Madonna.
Tale solennità, scrive Pio XI, “avrebbe contribuito a sviluppare nel clero e nei fedeli la devozione verso la grande Madre di Dio, presentando alle famiglie come modelli, Maria e la sacra Famiglia di Nazareth, affinché siano sempre più rispettati la santità del matrimonio e l’educazione della gioventù”.
Il titolo di Madre di Dio, fra tutti quelli che vengono attribuiti alla Madonna, è il più glorioso. Essere la Madre di Dio è per Maria la sua ragion d’essere, il motivo di tutti i suoi privilegi e delle sue grazie.
Sant’Efrem sosteneva che credere e affermare che la Santissima Vergine Maria è Madre di Dio significa dare una prova sicura della propria fede cristiana.
Dalle “Lettere” di Sant’Atanasio si legge: “Gabriele aveva dato l’annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però non le disse semplicemente colui che nascerà in te, perché non si pensasse a un corpo estraneo a lei, ma: da te, perché si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da lei”.
“Hai dato la vita a Colui che ti ha creata”, recita un verso delle lodi di questa festa, rivolgendosi a Colei che “ha portato in grembo il Creatore del mondo”.
E’ bello augurare al 1° gennaio, ogni volta e a tutti, un felice anno  nuovo  che inizia  nel ricordo della Madre di Dio.

Giovanni Fortuna

1° gennaio 2015

 

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