In ricordo del soldato Pietro Marone

Il Ritorno a casa dei resti mortali di un eroe della seconda guerra mondiale. Fu ucciso dai tedeschi per aver preso tra i rifiuti delle bucce di patate. A seguito di estenuanti e lunghe ricerche da parte dei familiari, dopo circa 70 anni, il soldato Pietro MARONE nato a Ferrandina il 29.6.1910, deceduto il 22.11.1944, durante la seconda guerra mondiale, nel campo di concentramento di Blexen, nel Nord della Germania ove era prigioniero.
Dopo atroci sofferenze causate dalle  vili ed ignobili percosse ricevute dagli aguzzini tedeschi, reo di aver trafugato impunemente un secchio di rifuti di bucce di patate, per sfamare  un prigioniero denutrito e malato, è tornato nella madre patria, per ricevere il commosso abbraccio da parte dei tre figli, nipoti tutti e della piccola Comunita di Cirigliano.

l'arrivo della salma di Pietro Marone a Cirigliano (MT) Foto di Sergio Palermo

A Cirigliano, è giunto da Roma nella mattinata del 28 settembre, ove è stato accolto dai familiari e dalle autorità Civili, Religiose e militari.
Hanno reso il commosso omaggio, dopo aver deposto una corona di alloro al monumento ai caduti, S.E. Il Vescovo di Tricarico, Mons.Orofino che ha officiato la S. Messa nella Chiesa di S. Maria Assunta, gremita di persone ed autorità varie, tra i quali il Vice Prefetto ed il vice Questore di Matera, i Sindaci dei comuni di Cirigliano, Gorgoglione, Aliano e Guardia Perticara, l’assessore al Comune di Ferrandina Rocco Zito, presente con il Gonfalone del Comune di Ferrandina, il Sig.Pietro Albano vice presidente dell’Associazione dei Combattenti di Ferrandina, con al seguito la Bandiera dei reduci e combattenti; la Protezione civile di Ferrandina, i  Carabinieri di Gorgoglione, ed i Comandanti della Polizia Locale di Ferrandina e Guardia Perticara.

 la cerimonia di commemorazione di Pietro Marone

La cerimonia si è conclusa, con le note struggenti e suggestive del silenzio, eseguite dalla tromba del Prof. Grieco Giovanni di Ferrandina.
Questo straordinario e non comune  evento, che ha interessato la collina Materana, si è concluso nella tarda mattinata con il trasferimento dei resti del soldato Pietro, nel piccolo cimitero di Cirigliano.

 

Enzo Ragone

 

 La Lettera dei figli:

Caro Papà,
ti abbiamo aspettato per 70 anni e adesso, finalmente, abbiamo realizzato il nostro più grande desiderio: quello di averti finalmente a casa.
il soldato Pietro MaroneQuando sei partito, tanti anni fa,  ancora bambini, ti abbiamo salutato con la speranza di rivederti,  una volta finita quella maledetta guerra.  Ti abbiamo dato un bacio. L’ultimo.
Non ti abbiamo più incontrato. E tu non sei più tornato.
Non volevi andare a combattere, stavi bene con noi ed eri troppo sensibile e troppo buono per imbracciare un fucile. Ti piaceva il tuo paese; l’unica cosa che volevi fare era lavorare, amavi passeggiare in campagna.
Sei morto per aiutare gli altri: ti hanno ammazzato a 34 anni perché hai raccolto da terra alcune bucce di patate, per donarle ad un tuo amico ammalato.
Sei stato la vittima dell’idiozia e dell’insensibilità umana, che stritola la dignità di ogni essere vivente .
Noi ti vedevamo forte come una quercia, simbolo di stabilità e di saggezza; eri un grande lavoratore. Ci sei mancato tanto.  Sai quante volte abbiamo guardato il cielo consapevoli che quella fosse la tua casa? Sai quante volte abbiamo provato, con il pensiero, a spostare le nuvole per scorgere la tua immagine? E sai quante volte abbiamo scosso il capo con rassegnazione?
Sappiamo che il tuo pensiero non ci ha mai abbandonato. Un tuo compagno di sventura, prigioniero, come te, nel campo di concentramento in cui sei stato picchiato a morte, ci ha riferito le tue ultime parole, quelle che tu hai sussurrato con disperazione prima di spirare: “Poveri figli miei”, hai detto.
Abbiamo affrontato le difficoltà della vita senza di te, siamo cresciuti pensando a te e la tua assenza, in molte circostanze, pesava come un macigno. Ma siamo sempre stati consapevoli del dono meraviglioso che ci hai fatto: ci hai insegnato ad amare il prossimo, ci hai insegnato che l’odio non vince mai.
Se chiudiamo gli occhi e immaginiamo la tua morte atroce, un sentimento di rabbia e di angoscia ci assale. Tu, indifeso, lontano da noi, nulla potevi contro i tuoi aguzzini; magari, ti coprivi il viso con le mani e trattenevi le urla di dolore. È ingiustizia questa, caro papà. Noi non potevamo essere con te. Che cosa poteva aver mai fatto un giovane lucano, costretto ad abbandonare il suo paesino isolato, il suo lavoro di muratore, per meritare una fine così triste?! Quanti anni sei rimasto solo, nella fredda terra di Germania, senza che nessuno potesse portarti un fiore!
Dopo 70 anni, non riusciamo ancora ad accettare la tua morte, tuttavia, noi non ti abbiamo mai lasciato: sei sempre stato a casa con noi.  Nei momenti belli, nelle occasioni importanti, nelle serate di Natale, durante la domenica, a tavola, tu eri con noi. Ti vediamo sorridere con discrezione, quasi in disparte, come sempre facevi, amico della tua stessa timidezza.
Nelle serate fresche d’estate, vicino la chiesa, seduto sulla panchina a respirare le nostre emozioni, a ridere e scherzare, c’eri anche tu. Sentivamo la tua presenza camminare con noi.
E quando ci siamo rialzati, dopo le cadute che la vita ci ha riservato, eri tu che ci sollevavi da terra con la tua forza. Noi lo sappiamo papà.
Tutta la famiglia è qui a festeggiarti, a renderti onore. Staremo sempre insieme. Siamo sotto le stesse stelle, vicini agli ulivi di Cirigliano.
Grazie papà. Non siamo riusciti a dirtelo di persona, tanti anni fa: grazie per i tuoi sacrifici, per la vita che hai donato. Perché, in realtà, non ci hai mai lasciati.
Grazie perché ci hai insegnato che, nella vita, non conta la ricchezza, non contano i desideri materiali. Contano gli affetti.
Tu sei un eroe, papà, non solo per noi. Tu sei l’eroe di tutti.
Ti chiami Pietro. E come San Pietro, sei stato forte ed hai affrontato con onore le avversità e le sventure che ti hanno portato via.
San Pietro è stata la prima pietra della Chiesa, tu sempre sarai il nostro capostipite, la nostra roccia, il nostro GRANDE GRANDE NONNO PIETRO!
Bentornato a casa, papà!

I tuoi figli Egidio, Maddalena e Maria

 

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