Il Caso Sallusti.

Caso Sallusti – Attentato alla liberta’ di stampa e di opinione ..o altro ? Tutto nasce il 17 febbraio 2007, quando La Stampa monta il caso, titolando Obbligata ad abortire a tredici anni. Fornisce una ricostruzione parziale, e sostiene che la ragazza sia stata forzata. Nei giorni successivi prosegue il valzer delle accuse e delle insinuazioni, dove la parte del leone la fanno alcuni  gli ultras  cattolici.
Tra le tante bordate arriva quella di Libero, in particolare con un articolo a firma di Dreyfus ( ricordate il protagonista di   J’accuse  di V. Hugo ? bene il giornalista utilizza questo pseudonimo) dà sfogo al suo integralismo, dipingendo una storia a tinte foschissime e dalla trama assolutamente falsata. Attribuendo al giudice e ad altri,  azioni mai commesse, in particolare di aver imposto l’interruzione di gravidanza. Fino a sostenere che, “se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice”.

da sinistra: Renato Farina, Alessandro Sallusti
da sinistra: Renato Farina e Alessandro Sallusti

Si scopre ora che dietro Dreyfus si celava in realtà Renato Farina (attualmente parlamentare in quota PDL). Noto integralista cattolico radiato dall’ordine dei giornalisti per aver fornito e diffuso notizie false e collaborato con i servizi segreti, con il nome in codice ‘Betulla’. Farina ha ammesso di aver scritto il pezzo, assumendosene “piena responsabilità morale e giuridica”, nonché chiedendo scusa al giudice: “le notizie su cui si basa quel mio commento sono sbagliate. Egli non aveva invitato nessuna ragazza ad abortire: la ha autorizzata, ma non è la stessa cosa”.
La vicenda riguarda una ragazza di 13 anni, che viene ribattezzata Valentina per esigenze di privacy. Una minorenne con una storia difficile. Orfana di origine peruviana, subisce molestie e poi viene adottata da una coppia italiana, che però si separa. La ragazza abusa di alcool e droghe, ha un rapporto con il fidanzato di 15 anni e rimane incinta.
Assistita dalla madre, decide di abortire. Una scelta sofferta, considerando che le sue condizioni sono instabili. Come prevede la legge, madre e figlia si rivolgono al tribunale perché il padre non è informato. Il giudice tutelare di Torino, Giuseppe Cocilovo, esaminato il caso e constatato che la ragazza vuole interrompere la gravidanza, ne prende atto come da prassi e autorizza l’aborto. Dopo l’intervento, lei avrà un esaurimento nervoso e sarà ricoverata.
E qui’ si scatena la bagarre, creata ad arte per difendere e tutelare ormai atteggiamenti che con il credo religioso hanno poco da spartire, ma che di esso si servono per crociate ideologiche e politiche che parlano ormai diverse lingue e non solo quella cattolica. Ma la frittata e’ fatta ed a nulla servono le scuse: il tribunale si sentirà in dovere di precisare come stanno le cose. Il giudice, sentitosi diffamato, ha denunciato Libero e la responsabilità è ricaduta sull’allora direttore, per l’appunto Sallusti. Che è stato condannato in primo e secondo grado, con pena confermata dalla Cassazione. Questo e’ il reato…..
Ah se lo stesso metro di giudizio fosse stato applicato anche per altre responsabilita’ ben piu’ gravi  di quelle che si addebitano al malcapitato Sallusti…Ma non tocca a me farne di egli un paladino della liberta’ di opinione e di stampa, ne’ di crocefiggerlo per un agguato teso da uno pseudo amico e giornalista, ne’ penso che Sallusti ricorra a questi escamotages  per sostenere una causa o pubblicare questo tipo di scoop per aumentare la tiratura del quotidiano da lui diretto che per certi versi e’ l’alter ego dell’Unita’ dei compagnetti e furbetti del quartierino…rosso.
Sorvolando sulle responsabilita’ oggettive di un Direttore di quotidiano (la sua principale colpa e’ che attualmente e’ al soldo del Giornale della real casa Berlusconi..) e’ fin troppo evidente di come il dr. Sallusti paghi per una carognata di un  recidivo personaggio gia’ radiato dall’albo dei giornalisti: una persona onesta e deontologicamente limpida non ci prova neanche a mettere in difficolta’ un altro collega per portare avanti una personalissima battaglia utile ad affossare l’autonomia delle donne e smantellare la legge 194, che con tutti i suoi limiti, ancora le garantisce nelle scelte interruttive volontarie della propria gravidanza….(IVG).
Qualcuno ha suggerito a Sallusti la classica soluzione all’italiana per uscire da un Impasse giuridico e chiudere la faccenda senza ne’ vincitori ne’ vinti: chiedere la grazia al Capo dello Stato ed evitare di scontare la condanna.
Ma il glabro direttore de Il Giornale ha  già ribadito di non avere intenzione alcuna di chiedere la grazia, anzi ha sottolineato a più riprese il mancato intervento diretto di Napolitano “per difendere la libertà di espressione”.
L’art. 681 del codice di procedura penale però prevede anche che la grazia possa essere concessa di ufficio e cioè in assenza di domanda e proposta, ma sempre dopo che è stata compiuta l’istruttoria.
Mi permetto di invitare il direttore a ripensarci e far suo questo spunto, anche perche’ se costretto a scontare  ai domiciliari l’intera pena, dovra’ convivere h24 con la signora Santanche’ ( sua attuale compagna) e questa, secondo me, e’ una pena piu’ dura di quella inflittagli dal Tribunale di Milano….o no ?

Ghigno di Tacco.

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