Emigrante? No, turista!

Nell’autunno del 1994 nasce a Stigliano il “Cineclub Massimo Troisi” dedicato alla memoria dell’indimenticato attore napoletano prematuramente scomparso. A vent’anni di distanza ricostruiamo la storia di un’iniziativa che tra entusiasmo e molte difficoltà mantiene ancora viva la vocazione stiglianese per il cinema.
Il 4 giugno 1994 si spegne a Roma il grande Massimo Troisi. Attore, regista e sceneggiatore inimitabile che apre il varco alla nuova comicità partenopea e fa della sua incorruttibile identità il vero cavallo di battaglia. Ambientazione, dialoghi in dialetto e apparenti piccole storie di disagio quotidiano ben presto sul grande schermo fugano le molte perplessità di produttori ed esercenti. La sua presenza scenica, i suoi gesti impacciati, dopo i grandi successi di critica e di pubblico di “Ricomincio da tre”(1981), “Scusate il ritardo” (1983) e “Non ci resta che piangere” (1984) in coppia con Benigni, lo portano in coincidenza con la sua scomparsa a un passo dall’Oscar con il film “Il postino”(1994).

Stigliano il “Cineclub Massimo Troisi”Sempre nel 1994, quattro mesi dopo la sua prematura dipartita, dall’idea di Pietro Montesano, Giuliano Montano, Leonardo Digilio, Enzo Villani e Antonio Cammisa, ai quali negli anni si sono aggiunti Rosa e Donatella Montesano, Mario Melfi e Giuseppe Santopietro, a Stigliano nasce per onorarne la memoria il “Cineclub Massimo Troisi”. Associazione che quest’estate, in occasione del ventennale della morte dell’artista, ha organizzato una minirassegna di suoi film dal titolo “Emigrante? No, turista!” Iniziativa che, pur se sommersa dalla miriade di manifestazioni estive, ha comunque trovato il favore di quanti amano Troisi e anche il fascino del cinema.

Il tutto si è svolto all’aperto in Vico II° Zanardelli sotto il cielo stellato. Una nuova casa per il “Cineclub Massimo Troisi” che in questi vent’anni ha conosciuto molti successi ma pure diversi traslochi a causa della mancanza di una sede vera e propria. Ma i componenti dell’associazione resistono e, pur fra mille difficoltà, ce la mettono tutta per tenere viva la vocazione cinematografica che ancora pervade la comunità.

Compartendo anche il destino che ha sempre caratterizzato il proiettare film a Stigliano. Dal cinemobile dei tempi del ventennio fascista che riempiva di stupore la folla assiepata nello spiazzo antistante la chiesetta dei Sacri Cuori alla sala di piazza Garibaldi, poi convertita in Ufficio Postale, fino ai leggendari “Cinema Italia” di via Cialdini e “Cinema Odeon” di via Principe di Napoli. Un perpetuo girovagare che in un certo qual modo incarna la natura effimera del cinema. E ora che anche gli spazi del Centro Sociale sono interdetti a causa di una spaventosa frana, la sopravvivenza di questa attività culturale rischia di svanire come le storie dei film dopo i titoli di coda. Agli appassionati della settima arte, come lo sono gli organizzatori e gli assidui frequentatori delle iniziative del “Cineclub Massimo Troisi”, il compito di non di staccare la spina almeno per i prossimi vent’anni.

Giuseppe Colangelo

 

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