…………e quei finanzieri?

Non è mia intenzione polemizzare o speculare sui migranti, a questo ci pensano già i media e la politica, tanto la Destra quanto e soprattutto la Sinistra, sempre pronta a difendere i diritti umani…..DEGLI ALTRI (oltre a farsi ormai il consueto “giretto in barca” con annesso video alla prima imbarcazione in vista).

Fermo restando che salvare vite umane è sempre un dovere bisogna riconoscere che la vicenda della nave ONG Sea Watch 3 e della Comandante Carola Rackete fa davvero scuola, nel senso più negativo del termine.

Certo il mondo della “Sinistra da salotto” (per dirla alla Anglosassone “Radical Chic”) e degli europeisti isterici ha colto la palla al balzo, la Comandante (di questi stivali) è stata da subito “santificata” ed elevata ad icona di un presunto Anti-populismo da parte dei media e personaggi a metà strada tra il ridicolo ed il losco.

Infiniti elogi e numerosi riconoscimenti, “tirati fuori dal taschino” in un batter di ciglia, sia da parte Italiana (soggetti come De Magistris, Orlando e Rossi) sia da parte europea (Macron, Hidalgo, Steinmeier e Torrent, questi ultimi tre usciti “dall’ uovo di Pasqua”).

Francia, Germania e Spagna, sempre pronti a lapidarci se non apriamo i porti ma che fanno “orecchie da mercante” se gli si chiede di farsi carico del problema immigrazione….…ma a questo ormai “il sogno europeo” ci ha fatto l’abitudine.

Francia Germania e Spagna, sostenitori della Rackete, perseguitata dalla Giustizia Italiana.

Perseguitata!? abbiamo sentito bene!? eppure, in questa stucchevole e nauseabonda disputa tra “Bene e Male” a noi italiani ci risulta tutt’altro, un particolare, poi  è stato del tutto trascurato, dalle potenze straniere e non solo.

Premettendo che i migranti in condizioni di salute critiche erano già stati portati via dalla nave, che un altro luogo nelle vicinanze in cui attraccare c’era (ed era la Tunisia), che Malta aveva rifiutato di far sbarcare l’equipaggio e che il Governo Francese aveva ignorato la richiesta di aiuto (pensa un po’), “Santa Carola dalla Germania” e i suoi sottoposti, nel portare in salvo il resto dei passeggeri (ammesso che fosse quello il vero motivo), hanno forzato un posto di blocco della Guardia di Finanza Italiana, operato dagli agenti con un mezzo nautico al largo delle coste italiane, l’imbarcazione della ONG avrebbe anche speronato il mezzo d’ordinanza, con conseguente incolumità degli agenti compromessa.

In situazioni come questa, e cioè della forzatura di un posto di blocco, la regola è che l’autore dell’infrazione venga arrestato..……ma in Italia il colpo di scena è sempre dietro l’angolo e per “l’eroina” è spuntato un trattamento “ad hoc”, infatti il Gip di Agrigento, la Dott.sa Alessandra Vella, NON ha convalidato l’arresto, con la motivazione che la Capitana Rackete stava assolvendo ad un dovere……..tra le altre cose, poi la puntualizzazione sul fatto che, il mezzo della Finanza NON è da considerarsi come “nave da Guerra”.

Pronta la difesa di esponenti della Sinistra nostrana, in particolare tre soggetti improvvisatisi avvocati difensori, Nicola Fratoianni (Liberi e Uguali), Matteo Orfini e Graziano Delrio (Partito Democratico), nella fattispecie il primo puntualizzava che “non si trattava di speronamento” e il secondo che affermava perentorio che “al posto della comandante avrebbe fatto lo stesso”, a sfregio di ogni buon gusto e senso della misura.

Motovedetta della Guardia di Finanza Italiana

Onestamente non so dire se, dal punto di vista giuridico, il mezzo della Guardia di Finanza oggetto dello speronamento, sia da classificarsi come “nave da guerra” o altro, una cosa però mi sembra elementare, i Finanzieri (così come i Carabinieri, la Polizia e quant’altro) rappresentano lo stato e sono servitori dello stato, da ignorante in materia capisco che forzare un posto di blocco (che sia in mare o sulla terraferma) è una violazione (resistenza a pubblico ufficiale), oltre al fatto che, la vita degli agenti viene messa potenzialmente a rischio, nel caso sopracitato, poi, il rischio per l’incolumità è ancora più evidente, poiché sarebbero potuti, ad esempio, cadere in mare (e nell’ eventualità che fosse accaduto, cosa poteva succedere se, per dire,  non sapevano nuotare?).

A lasciarmi basito, poi, c’è un altro fatto, e cioè che, in uno stato dove nei primi anni 90 due vere icone della Giustizia Italiana vennero fatte saltare in aria dalla mafia a pochi mesi di distanza (assieme alle rispettive scorte), un’esponente di quella stessa giustizia, a distanza di più di 20 anni, faccia intendere (senza dirlo apertamente) che “alla fin fine speronare un’imbarcazione con a bordo dei pubblici ufficiali non è poi così grave” (non bastasse lo già avvilente scandalo del CSM).

Inquietante, infine, la coincidenza di tale decisione (la NON incriminazione) con la riunione per le nomine in commissione europea e la procedura di infrazione contro l’Italia, “per deficit eccessivo” sparita nel nulla (dopo averci fatto due scatole così per mesi).

O magari, chissà, la semplice antipatia nei confronti del Ministro Salvini può spiegare l’assurdità e la scelleratezza di suddetto provvedimento del gip?

Sarà pure che quella non era una nave da guerra ma certamente era un mezzo d’ordinanza delle forze dell’ordine Italiane, cosi come quegli agenti sono pubblici ufficiali, servitori dello stato come lo erano Falcone e Borsellino, dentro quelle divise poi, se qualcuno lo ignora, ci sono degli esseri umani, non sagome di cartone, esseri umani la cui vita privata viene totalmente sacrificata al servizio della nazione.

Di sicuro c’è questo, se un’Italiano avesse combinato tutto ciò in Germania, Francia, Spagna o in qualsiasi altra parte, “stiamo tranquilli” che la Giustizia straniera non avrebbe mostrato indulgenza nemmeno per un singolo minuto.

A cornice di questa storia i proclami trionfalistici delle altre ONG disposte a fare altrettanto pur di “salvare vite umane” (o magari sarebbe meglio dire “per non essere infastidite”)….mah si tanto ….siamo in Italia, giusto?

Chissà, magari un domani vedremo imbarcazioni ONG, di qualunque tipo e dimensione, armate di siluri e mitragliette, pronte ad affondare chiunque gli sbarri la strada.

Per la cronaca la Procura di Agrigento ha impugnato la decisione del Gip di NON incriminare la Rackete.

Non è il salvataggio di vite umane in mare lo scandalo e nemmeno il diverso colore della pelle (come qualcuno certamente insinuerà) la questione è tutt’ altra e cioè che, se neanche le forze dell’ordine possono ritenersi tutelate dallo stato quando c’è di mezzo la politica, personalmente non davvero più cosa pensare.

In attesa di vedere come finirà questa vicenda è opportuna, da parte di tutti noi, una profonda riflessione.

Riflettete gente, riflettete!

#iostoconifinanzieri

Pietroalessio Celiberti

GdF accusa Rackete e smentisce gip. Su Sea Watch: parlamentari tedeschi accusano Seehofer
Avv. penalista: Carola Rackete andava condannata. Il GIP ha sbagliato, ecco perché!
Francia: è guerra all'Italia! 3 Premi Italiani per Rackete! Macron 100.000 E a ONG in Italia

 

 

 

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