Centrale a biomassa

Biomassa – 54 posti di lavoro diretti, 10 di elevata professionalità. 200 posti stimati come indotto, dal servizio di vigilanza ai servizi di pulizia, dagli addetti allo stoccaggio della biomassa (cippato di legno e/o paglia) agli addetti al trasporto e smaltimento dei residui di lavorazione.
Possibilità, per chi intenda intraprendere un’attività funzionale all’esercizio della Centrale (trasportatore, raccoglitore della biomassa), di ottenere un finanziamento (a tasso agevolato) per l’acquisto del mezzo.
Possibilità di incrementare gli insediamenti produttivi e industriali di filiera o di utilizzo dell’acqua riscaldata (ad una temperatura di circa 38°) dalla Centrale (residuo della bruciatura del combustibile).
Realizzazione di un Sistema di monitoraggio ambientale capace di monitorare l’aria ed il suolo prima, durante e dopo l’attività della centrale (mentre si ricorda che lo stesso sistema previsto per l’attività estrattiva di petrolio in Basilicata è stato avviato solo 10 anni dopo l’inizio delle attività).
Sono questi gli elementi, in estrema sintesi, di quanto esposto nella giornata del 31 marzo 2011 presso il Centro Sociale dai delegati a rappresentare il gruppo Green Power (già Gavazzi Green Power) e dall’Amministratore Ing. Gino Di Pierri.
La Consulta Popolare (organismo istituito con Delibera Consiliare del comune di Stigliano) ha inteso organizzare un incontro tra i rappresentanti del gruppo Green Power, gli Amministratori, i Consiglieri comunali e un gruppo di imprenditori locali per fare il punto della situazione, per comprendere, cioè, le ragioni del ritardo nella realizzazione di un’opera il cui avvio era previsto già da almeno sei anni circa.
Non era né voleva essere il momento della consacrazione dei rapporti tra le parti (Green Power e Amministrazione comunale) ma un’occasione di incontro per comprendere quelle che, in gergo, vengono definite le esternalità positive e negative derivanti dalla realizzazione di una centrale a biomasse.
Tutto ciò nasce dalla conoscenza di una Delibera della Giunta regionale (datata gennaio 2011) che riconosceva alla Green Power tutte le autorizzazioni di carattere ambientale necessarie all’inizio attività. A ciò va aggiunto il ripensamento del Governo Centrale sul nucleare, diretta conseguenza degli accadimenti giapponesi e, non ultimo, la necessità di ottenere rassicurazioni sull’impatto che la centrale potrebbe avere sulla salute pubblica e sulla tipologia del combustibile: biomassa è un termine generico, comprendendo anche il CDR (rifiuti soli urbani) il cippato di legno, la paglia, ecc.
Ebbene, se da un lato è risultato confortante il quadro rappresentato dalla Green Power (che sul combustibile smentisce categoricamente le voci che definiscono la Centrale di Stigliano un inceneritore) dall’altro si è registrata la colpevole assenza di ogni rappresentate del Consiglio comunale (ivi compresi gli amministratori).
Il conforto, in buona sostanza, ha avuto il contraltare dell’indifferenza dimostrata ancora una volta dai nostri rappresentanti.
Quelli che sono apparsi indifferenti anche verso le problematiche legate all’Ospedale di Stigliano, ma che sono stati pronti a segnalare l’utilizzo dei fondi POIS (Piani di Offerta Integrata di Servizi) peraltro assegnati al nostro territorio come a tutti quelli ricadenti in Basilicata, per cui senza un merito diretto ed in attesa di progetti esecutivi.
Il progetto della Centrale a biomasse nasce nel lontano 2001 quando la popolazione residente era pari a 5.686 abitanti contro i 4.871 abitanti del 31.12.2010 (oggi dovremmo attestarci introno ai 4.600).
Subisce modifiche che rispondono alle incertezze iniziali (difficoltà a reperire la materia prima – cippato di legno – che avrebbero costretto a fare ricorso a mercati lontani, quello del Ghana, piuttosto che della Croazia).
Viene così (come detto nel gennaio del 2011) accolta la richiesta (avanzata nel 2008) di usare come combustibile anche la paglia che oggi viene bruciata sui campi o destinata alla zootecnia.
Gli investimenti previsti ammontano a 90.000.000,00 di euro di cui almeno il 50% a beneficio dell’imprenditoria locale.
45.000.000,00 di euro rispetto ai 620,00 euro circa dei fondi POIS…. Meritano attenzione?
Chiedere agli amministratori locali una risposta.

 

La Consulta Popolare
Il Presidente

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