CARNEVALE DI… UNA VOLTA

Alcuni giochi seguono il ciclo delle stagioni, altri sono rispolverati in occasione di ricorrenze, di feste religiose.
Il periodo più allegro, atteso con gioiosa trepidazione, è quello del carnevale, per il clima di baldoria collettiva, per le maschere, il sanguinaccio, il cupa-cupo.
Questo è uno strumento musicale molto rudimentale, costituito da un barattolo di latta in cui si mette un po’ d’acqua, sopra si stende e poi si lega un panno al cui centro si piazza una bacchetta di legno. Bagnando la mano e facendola scorrere sulla bacchetta, si produce un suono ritmico, sordo e cupo: di qui il termine cupa-cupo.
Nell’antica civiltà contadina, le maschere, il suono del cupa-cupo, le danze rituali, avevano la funzione di scacciare gli spiriti maligni che insidiavano il risveglio della natura durante la primavera, per noi ragazzi hanno la funzione di farci guadagnare qualche soldo, un dolce, un pezzo di sanguinaccio, una gamba di salsiccia, un biscotto con il finocchio.
Ci riuniamo in gruppo, baffi dipinti con il carbone, giacche e pantaloni presi in prestito dai nostri genitori, inverosimilmente grandi e, così combinati, andiamo a cantare davanti alle porte dei vicini e dei parenti. Su un unico motivo, accompagnati dalla melodia del cupa-cupo, intoniamo delle strofette con rime molto approssimate:

Chióve da ‘l cìuile
chióve a stézza a stézza
chiove da ‘l cìuile
chiove a stézza a stézza
ohie la patrona scinne la sauzézza
ohie la patrona scinne la sauzézza.

Ie àgghie cantate sopa a ‘n ioscone
ie àgghie cantate sopa a ‘n ioscone
le potréune ié ‘n mbriocòne
le potréune ié ‘n mbriocòne

I padroni di casa ascoltano le nostre stonate filastrocche o con allegra partecipazione o con sofferta… rassegnazione, ma alla fine le ricompensano con dolci, un po’ di sanguinaccio, una salsiccia, qualche soldino, qualche biscotto. Ridono i nostri occhi, ma il bello viene dopo. Non in qualche caverna buia e nascosta, ma in un angolo di strada, quasi sotto casa, per la spartizione del ricavato, per una salsiccia, una caramella, un’arancia, ci trasformiamo in briganti rissosi, litighiamo ferocemente, facciamo volare parolacce, cazzotti, giuramenti di vendetta, di inimicizia eterna.

Brano tratto dal libro La ciminiera ha pigliato di Antonio Sinisgallo

 

Leonardo Fornabaio Live - Botti Botti para para

 

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