A proposito della campagna di voto per il palazzo Santo Spirito

È uscito ieri, in questo sito, una riflessione di Mimmo Cecere a margine della campagna a favore del Palazzo di Santo Spirito come luogo del cuore FAI 2020, promossa dal Centro Studi Rocco Montano.

Cecere, nel suo articolo, muove molte accuse, alcune condivisibili, altre meno, senza, però, rimproverarsi praticamente nulla. Facile per alcuni stiglianesi “all’estero” farsi critici severi dei residenti, entrando ed uscendo fuori dal dibattito locale a loro discrezione, in un’epoca in cui tutti dispongono di piattaforme digitali per far sentire, in maniera non intermittente, la loro voce.

Quanto alla nostra raccolta di firme per Santo Spirito, Cecere scrive, per esempio, che non sarebbero stati raggiunti “risultati importanti”. Tale rilievo è del tutto ingeneroso, perché ci sono stati momenti in cui siamo arrivati vicini al 100 posto in una graduatoria che è nazionale, lo voglio ricordare, raccogliendo in totale, ad oggi, 664 voti, tantissimi in confronto ai voti raccolti dagli altri siti stiglianesi candidati in passato.
Ma Cecere supera la misura quando scrive che si sarebbe trattato del solito “fuoco di paglia’, “fuche de scinistre”, come ama dire folcloristicamente per fare più effetto, dopo aver scomodato persino i vangeli! È vero, la nostra campagna di voto ad un certo punto sembra essersi interrotta, mentre in realtà è stata semplicemente meno martellante, e per due ragioni.

Primo perché noi e le altre associazioni stiglianesi che ci hanno aiutato (CEA, ANSPI, TROISI ecc.) insieme con alcuni volenterosi assessori e consiglieri comunali, abbiamo ad un certo punto sentito di aver come raggiunto il limite estremo della nostra capacità di indirizzare il voto on line, perché quest’anno si poteva e si può ancora votare soprattutto per via elettronica, è bene ricordarlo, tanto più ora col COVID ripartito alla grande. E poi abbiamo scoperto che molta gente, che pure usa lo smartphone, ha trovato molte difficoltà a votare e a far votare, elettronicamente, a sua volta!

Secondo, perché ad un certo punto, nella seconda metà di giugno, è arrivata del tutto imprevista ed inattesa la notizia della costruzione della porcilaia, la seconda, in contrada Santo Spirito. È stata una doccia fredda che ci ha PARALIZZATO TUTTI, perché nasconderlo? Una sgradita sorpresa sulla quale nessun canale social stiglianese pare abbia detto alcunché. Meraviglia che anche Cecere abbia scelto di intervenire solo ora, a inizio ottobre, ma con toni che mi pare siano rassegnati quanto rassegnato è stato anche il nostro silenzio… assordante. Sul quale anch’egli, non a caso, ritiene doveroso interrogarsi. Che fare, ora? Molto poco, le autorizzazioni della porcilaia saranno sicuramente tutte a posto, come lui stesso scrive.

Quanto alle sensate questioni di politica urbanistica che Cecere, col senno di poi, pone agli amministratori locali degli ultimi… 25 anni, saranno loro, eventualmente, a dargli le risposte che riterranno opportune, se e quando e come vorranno. E gli storici spiegheranno perché il Palazzo rimane ancora oggi inutilizzato. Noi abbiamo chiesto e chiediamo pubblicamente che il Comune deliberi di affidarlo al FAI che, come si sa, ha costruito sul territorio nazionale una sua rete prestigiosissima di beni che gestisce e valorizza come meglio non si potrebbe. Ma non è scontato che il FAI accetti, perché di proposte simili ne riceve molte da tutta Italia. Come non è scontato che gli stiglianesi siano tutti d’accordo su una simile scelta. Cecere stesso, per esempio, sembra non condividerla, se ho capito bene il suo pensiero. Forse perché scambia un eventuale intervento del FAI come un intervento colonizzatore. Ma il FAI siamo anche noi, dico noi italiani, mi pare. Dunque nessuno colonizzerebbe nessuno!

Noi abbiamo, comunque, fatto tutto il possibile per accompagnare il voto anche con azioni di più lungo e largo respiro. Per esempio, organizzando un assai partecipato convegno on line su Santo Spirito, il 15 giugno 2020, non solo ma anche a sostegno della campagna di voto FAI. Il primo convegno lo organizzammo il 1 maggio 2018 con il patrocinio dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
Immagino che Cecere converrà con me che l’incontro di studio dello scorso giugno, on line, non sia stato un evento inutile, non fosse altro per l’autorevolezza delle voci intervenute, oltre alla sua, che io stesso ho voluto in scaletta: dalla presidente del FAI BASILICATA, a due importanti docenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Basilicata, al presidente della Fondazione Premio Napoli, all’architetto Ciruzzi, all’imprenditore turistico Garofalo, al presidente del centro Levi di Matera arch. Rota, e, se Cecere permette, anche allo scrivente, delegato FAI di Stigliano e presidente del Centro Montano.

Infine mi permetto di ricordare che qui a Stigliano, come altrove, ci sono molti attori sociali, e che ognuno si ritaglia la sua specifica missione, e dunque si assegna i suoi compiti per casa prendendosi la sua parte di responsabilità. Non ho bisogno di ricordarlo che il Centro Montano fa prevalentemente opera di educazione e sensibilizzazione. Intorno a noi ci sono molti altri protagonisti: le istituzioni, la politica, e naturalmente le tante altre associazioni culturali, antiche e recenti, ambientaliste e non, che Stigliano si onora di avere. Che fanno ciò che ognuna ritiene, nella sua autonomia, di dover e poter fare. E molto fanno, credo sia sotto gli occhi di tutti, impegnandosi giorno per giorno.

Queste poche righe hanno, naturalmente, solo lo scopo, per chi non conosce dal di dentro la realtà culturale stiglianese, di contestualizzare un po’ meglio la vicenda legittimamente raccontata da Cecere ovviamente dal suo punto di vista. Nulla di più, ma neppure nulla di meno.

Sebastiano Villani
Centro Studi Rocco Montano

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