Blitz di ferragosto: Santochirico autorizza un pozzo petrolifero sullo Jonio

Mentre numerose associazioni tentano di salvare il mare Jonio, l’assessore Santochirico con il suo blitz di ferragosto fa  invece autorizzare una nuova trivellazione sulla costa jonica, nello specifico il nuovo pozzo masseria Morano Dir 1 ad opera della Gas Plus nella concessione Policoro.
Nonostante tutte le osservazioni alla V.I.A. (valutazione impatto ambientale) inoltrate all’epoca dalla sezione di Rifondazione Comunista di Policoro, e in barba a tutte le lacune che presentava la richiesta di VIA si procederà a trivellare nelle case coloniche e abitazioni (visibili anche su google earth), vicino a pozzi d’acqua di uso consortile e potabile, vicino al centro nucleare itrec (entro pochissimi Km), senza garantire opportuni controlli previsti da una rete fissa di monitoraggio ambientale.
La cosa grave in termini puramente economici è che dall’ estrazione di gas i cittadini di Policoro non ne trarranno alcun beneficio (non esistono royalites sul gas).
Al contrario si beccheranno l’inquinamento atmosferico (per non dimenticare il mortale idrogeno solforato), del suolo e delle acque (sostanze chimiche usate per sciogliere la crosta terreste, molte volte tenute sotto segreto industriale), le trivelle ad uranio impoverito (come se non bastassero i rifiuti radioattivi dell’itrec) o i pericolosi fenomeni di subsidenza che possono sempre mettere in pericolo i rifiuti nucleari del centro Sogin generando frane, allagamenti o sprofondamenti del suolo lungo la vena gasifera del pozzo. (in alto adriatico Galan ha proibito di trivellare per evitare di affondare Venezia e la laguna, mentre nel polesine ci sono state alluvioni)
Tutto a scapito della salute dei cittadini e dell’ economia agricola e turistica dell’ area, che invece di guadagnare occupazione con le estrazioni perde posti di lavoro in altre attività come l’ agricoltura e il turismo.
Il sindaco di Policoro non può rimanere indifferente di fronte a questo ennesimo attacco scellerato nei confronti della salute pubblica e delle economie del territorio.
Ha il dovere di convocare con urgenza un consiglio comunale aperto ai cittadini che ignari devono subire dall’ alto imposizioni che fanno male al futuro del territorio.
Il sindaco in qualità di massima autorità locale responsabile della salute pubblica deve bloccare qualsiasi attività pericolosa per la salute e l’ incolumità pubblica, e nel caso in oggetto non ci sono le condizioni necessarie affinchè le attività estrattive possano procedere vicino  le abitazioni (quando nel resto del mondo vengono fatte a centinaia di Km di distanze) o peggio ancora vicino ad un centro nucleare.
Non è un caso che a Policoro si è reduci da un grosso incidente petrolifero nel 1991 quando un pozzo di gas esplose e bruciò per oltre 15 giorni inquinando una vasta area del territorio.
D’altra parte invitiamo l’ assesore Santochirico a ritirare  l’ autorizzazione per l’ intesa in quanto abbiamo più volte sollevato il pericolo di estrazioni per la salute dei cittadini vicino centri abitati, ma sopratutto il pericolo di estrarre vicino il centro nucleare Sogin e nel suo circondario.
L’ assessore inoltre deve dare ancora risposte sulla chiusura del pozzo rivolta 01 a 200 metri dal centro nucleare sogin in quanto non basta la giustifica che ad autorizzarlo fu il ministero dell’ industria nel 1987, qui non esiste fino a prova contraria uno studio della sua non pericolosità nei confronti del deposito di scorie nucleari e combustibile riprocessato.
Le trivellazioni vicino i centri nucleari sono circostanze dove nemmeno la Sogin può dare sicurezza per i fenomeni indotti di subsidenza nel terreno e che non sono previste da nessun piano di emergenza nucleare, perchè in nessuna parte del mondo l’ incoscienza è cosi’ tanta da trivellare vicino i centri nucleari.
Santochirico deve inoltre spiegare perchè si autorizzano delle s.r.l. che ci portano via il gas dal territorio senza nulla in cambio e che nulla hanno a vedere con lo sfatato interesse nazionale danneggiando le economie locali e la salute dei cittadini, quali interessi pertanto spingono in pieno ferragosto le autorizzazioni regionali?
Forse il misero contributo della SEL che i becchini della politica intendono gestire o il potere arrogato che tanto male fa allo stesso Partito Democratico dove nonostante tutto ci sono persone desiderose di fare qualcosa di utile per il territorio?

13 agosto 2009 da OLANEWS/NOSCORIE TRISAIA

 Il DIPARTIMENTO AMBIENTE SU PRESUNTE ATTIVITÀ ESTRATTIVE NEL MATERANO

(AGR) – In relazione ai contenuti di un comunicato su presunte attività estrattive nel Materano, il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità precisa che il “blitz di ferragosto”, così come viene definito, si riferisce in realtà ad un procedimento autorizzativo durato oltre 2 anni e terminato lo scorso mese di luglio.  L’istanza di Via (Valutazione di impatto ambientale) è, infatti, datata 8 giugno 2007, mentre la richiesta di Intesa Stato-Regione è stata inoltrata dall’Ufficio nazionale per gli idrocarburi e la geotermia di Napoli in data 12 settembre 2007.
La delibera di Via è stata rilasciata solo a dicembre 2008 e per rilasciare l’intesa si è arrivati a luglio 2009 proprio a seguito di una istruttoria approfondita e sedimentata.
Il procedimento di Via effettuato è relativo alla richiesta di “perforazione di un sondaggio profondo di ricerca mediante trivellazione denominato “Pozzo Masseria Morano 1”.
Si tratta quindi un pozzo esplorativo, e non di produzione, finalizzato al rinvenimento di gas metano.
Non sussiste nessuna lacuna nella richiesta di Via, in quanto il procedimento è relativo solo a un pozzo esplorativo e non di produzione.
Tant’è che nel dispositivo della deliberazione si specifica che “la messa in produzione del pozzo Masseria Morano 1 dir, nel caso lo stesso dovesse risultare produttivo, dovrà essere sottoposta a nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale unitamente a tutte le opere connesse necessarie alla messa in produzione del pozzo”.
Il centro Itrec di Rotondella si trova a circa 4800 metri dal pozzo esplorativo previsto: un sondaggio di ricerca, posto a tale distanza, non comporta preoccupazione alcuna in quanto gli effetti legati alla vibrazioni indotte dall’attività di perforazione si esauriscono a poche decine di metri di distanza, mentre le problematiche connesse ad eventuali fenomeni di subsidenza sarebbero astrattamente correlabili esclusivamente alla messa in produzione del pozzo e quindi all’attività estrattiva vera e propria che, come già detto, sarà oggetto di successiva, rigorosa valutazione di impatto ambientale (ciò ovviamente vale anche per la presenza di abitazioni ).
Dalla documentazione tecnica fornita risulta che l’attività di perforazione sarà eseguita con usuale tavola rotary e scalpello rotante e raggiungerà la profondità di circa 800 metri.
Non è previsto l’uso di “sostanze chimiche per lo scioglimento della crosta terrestre”, così come paventato nel comunicato.
In relazione alle affermazioni sulle royalties, il problema non si pone semplicemente perché si tratta, come già ribadito, di un pozzo esplorativo, e non di produzione. Per quanto concerne il pozzo “Rivolta 001”, come abbiamo già avuto modo di spiegare, si tratta di un’attività risalente al 1987: il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità non ha rilasciato alcuna autorizzazione.
Né risulta in attività. In conclusione, le affermazioni contenute nel comunicato, come al solito, non trovano nessun riscontro effettivo nella realtà.

 da Basilicatanet del 14/08/2009 16.27.34

 

 SANTOCHIRICO: COSI’ LA REGIONE DIFENDE IL TERRITORIO
Dichiarazione del vice presidente della Regione, Vincenzo Santochirico.

Abbiamo difeso l’integrità del Metapontino da concreti e reali tentativi diretti a comprometterne lo stato e le potenzialità, sia che si trattasse di depositi di scorie sia che si trattasse di estrazioni di petrolio in mare.  Continueremo a farlo.
Ma il Metapontino va difeso oggi da chi propala false e deliranti “notizie” su presunti inquinamenti, frane, contaminazioni e da chi, senza alcuna verifica, ne da un ampio quanto immeritato risalto.
Queste deformazioni della realtà possono seriamente danneggiare la reputazione e l’attrattività di un territorio e della sua economia.
Chiunque si presta a questo gioco al massacro è complice di chi tradisce e pregiudica gli interessi della Basilicata. La Regione ha sempre anteposto la tutela dell’ambiente a ogni altra esigenza, individuando soluzioni che coniugassero salvaguardia e sviluppo, rapportando le misure alle effettive situazioni, nel rispetto della legge, consolidando una giusta fama di affidabilità e trasparenza, che intende conservare anche per contrastare seriamente ogni alibi che pretenda di giustificare le illegittime espropriazioni di competenze istituzionali.

 da Basilicatanet del 14/08/2009 16.57.43

 

 

NO SCORIE TRISAIA INSISTE: VA CHIUSO IL POZZO RIVOLTA 001, VISTO CHE LO STESSO ASSESSORE SANTOCHIRICO OGGI AMMETTE IN UN COMUNICATO STAMPA CHE LA SUBSIDENZA PUO’ VERIFICARSI ED ESSERE UN PERICOLO NELLE AREE ESTRATTIVE DI GAS E PETROLIO
Nella evidente animosità con la quale Vincenzo Santochirico oramai ribatte colpo su colpo a quelli che lui definisce nostri allarmismi, lo stesso assessore ha finalmente ammesso la verità, forse perché il suo subconscio faticava oramai a contenerla.
In merito alla querelle sul nuovo pozzo “Masseria Morano 1”, in agro di Policoro, ha infatti testualmente dichiarato, nella nota emanata dal suo dipartimento il 14/08/2009 – ore 16 e 27 – che il suddetto pozzo non “sarebbe pericoloso” in quanto è ancora un pozzo esplorativo e non estrattivo, che ha una “distanza di sicurezza di 4800 metri dai rifiuti radioattivi dell’Itrec della Trisaia di Rotondella” e che “non può produrre rischi di subsidenza in quanto i fenomeni di subsidenza sarebbero correlabili esclusivamente alla messa in produzione del pozzo e quindi all’attività estrattiva vera e propria”.
Ci dispiace farlo notare, ma l’assessore si contraddice e implicitamente risponde al precedente comunicato stampa di Noscorie Trisaia, quello riguardante il pozzo Rivolta 001 che è un pozzo estrattivo e posizionato a circa 200 metri (ripetiamo, duecento metri) dal centro nucleare Sogin  di Rotondella.
In quella occasione, l’assessore di fatto non ha risposto alle nostre preoccupazioni sui rischi di subsidenza nelle vicinanze di materiale radioattivo stoccato alla Trisaia, limitandosi solamente a dichiarare che il Rivolta 001 è una concessione data non dalla Regione ma dall’allora Ministero dell’Industria del 1987.
Per capirci meglio, noi gli abbiamo chiesto di chiudere Rivolta 001 perché molto pericoloso vista la sua vicinanza all’Itrec e lui ci ha risposto: “Non sono io ad aver dato la concessione, ma il Ministero del 1987”.
Adesso che lo stesso assessore Santochirico ha finalmente affermato che la subsidenza si può verificare intorno ai pozzi estrattivi, Noscorie Trisaia torna a chiedere al Dipartimento Ambiente la chiusura del pericoloso pozzo Rivolta 001 e la revoca della concessione del pozzo Masseria Morano 1 che non viene trivellato da una multinazionale per piantarci ombrelloni, per tranquillizzare la salute degli 80 mila cittadini del Metapontino e la loro economia.
Tra l’altro, il pozzo Rivolta 001 è nel bel mezzo di un’area idrica molto ampia ed estesa e noi di Noscorie Trisaia non siamo tanto convinti che le perforazioni in Basilicata avvengano come dichiara l’assessore Santochirico, “con usuale tavola rotary e scalpello rotante”.
Primo, perché  pricipalmente come società perforante per l’Eni, in Basilicata, lavora l’americana  “Schlumberger SpA”, sulla cui storia societaria rimandiamo ad un interessante sito su perforazioni, radioattività e sismicità a cura di uno dei maggiori ricercatori mondiali sull’inquinamento petrolifero, http://dorsogna.blogspot.com/search?q=schlumberger; secondo, perché non si capirebbe come mai attorno ai fanghi prodotti dalla compagnie estrattive ci sia tutto un rigido regolamento di smaltimento; terzo, proprio perchè le formule industriali delle sostanze chimiche per le estrazioni sono segrete e non divulgate pubblicamente che ci preoccupano, vedi quanto emerso nell’audizione del 7 luglio 1998 della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifuti all’amministratore delegato dell’Eni Bernabè sulle trivellazioni in Val d’Agri http://fr.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/199807/0707/html/39/frame.htm.

La “Schlumberger SpA” per la cronaca ha già trivellato per la Gas Plus il pozzo Filici 1 situato in agro di Tursi nella frazione di Pane Vino sempre vicino all’abitato omonimo.
Proprio a Panevino l’ex sindaco di Tursi Caputo nel settembre 2006 cercò di avere (dopo anche le lamentele degli abitanti della zona) un tavolo concertativo convocando i vertici della stessa Gas Plus senza ottenere grossi risultati sul fronte ambientale-economico -fonte http://www.tursitani.it/pdf_files/Tursitani-N.15-Sett-Ott-2006.pdf.
La Regione Basilicata può ignorare tranquillamente le nostre preoccupazioni ma non l’Itrec, le case, gli agricoltori  di Policoro e sopratutto circa un decennio di trivellazioni.

17.08.2009 NOSCORIE TRISAIA

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