Alla riscoperta di un monumento inghiottito da rovi e sterpaglie

Pubblichiamo uno scambio di mail tra Giuseppe Colangelo e Rocco De Rosa a seguito di un suggerimento venuto dal Dott. Fausto Castellini, manager della comunicazione che da anni vive e lavora in Germania nella città di Colonia. Cosa propone Castellini? Semplicemente di rimboccarsi le maniche per liberare dall’abbraccio mortale della vegetazione spontanea la Hallaréjj.

Inviato: domenica 16/11/2014  14:09

Caro Rocco,

ho da poco ricevuto una mail da parte di Fausto Castellini, il mio amico che tu ben conosci il quale da anni vive e lavora in Germania. Mi dice che grazie alla tua disponibilità ha potuto ammirare le tante suggestioni del nostro paese e della nostra terra ma purtroppo anche le incuranze e i disastri, come le ultime spaventose frane.
Tuttavia, ciò che lo ha più colpito è stato constatare come sia stato possibile lasciare che la vegetazione inghiottisse la palazzina dell’Acquedotto Pugliese fino a occultarla alla vista dei passanti. E a tale proposito mi sembra molto interessante il suo suggerimento di organizzare dei gruppi di volontari disposti a ripulire il sito per riportare alla luce l’importante costruzione. Un’idea che condivido e che spero possa mettere in moto quanti hanno a cuore le sorti della nostra comunità.
A seguire il testo integrale di Fausto. Fammi sapere che ne pensi.

Peppe

Inviato: lunedì 10/11/2014  16:10

Caro Giuseppe,

scusa se ti scrivo dopo quasi due mesi dalla mia venuta in Italia dove ho partecipato all’ultima Fiera del Levante di Bari. In questo periodo, poi, per un motivo o per l’altro sai bene come vanno queste cose.

Tuttavia, come già avrai saputo dal tuo amico Rocco De Rosa, finalmente sono riuscito a venire al tuo paesello tanto decantato anche nei tuoi romanzi. Rocco è stato gentilissimo e disponibile a farmi scoprire molte delle cose di cui avevo sentito parlare da te o letto fra le pagine dei tuoi libri.

Davvero un posto stupendo e ricco di contrasti. Peccato che anche qui, di recente, si siano verificate delle disastrose frane che deturpano e minacciano l’abitato. Tuttavia, gironzolando in macchina, quando Rocco mi ha detto di fermarmi davanti a un fitto muro di arbusti e piante rampicanti che hanno inghiottito completamente quella che un tempo era la centrale dell’acquedotto Pugliese, mi è venuto spontaneo fare una riflessione a voce alta.

E non dirmi che i tanti anni trascorsi finora in Germania mi hanno reso intransigente. Alla fine anche Rocco si è detto d’accordo.
Si tratta semplicemente di una banale considerazione sul fatto che quella palazzina, che il tuo amico poi mi ha fatto vedere in foto, rappresenta un monumento storico per l’importanza e la funzione che ha avuto nell’assicurare per la prima volta nella storia della comunità l’acqua corrente agli abitanti di Stigliano.

Quindi mi sono chiesto come è possibile che sia stata abbandonata fino a scomparire alla vista delle persone? In Germania sarebbe impensabile ridurre in questo stato un simbolo del genere.  Innanzitutto la salvaguardia del patrimonio storico, culturale e ambientale è molto sentita dai tedeschi. In secondo luogo tutte le aeree industriali dismesse vengono riconvertite e sfruttate da altri rami dell’economia.

A Colonia, ad esempio, in alcune strutture dove un tempo si costruivano i trattori Magirus-Deutz (molto conosciuti dai nostri agricoltori degli anni ’70 e ’80) oggi vi sono centri di formazione professionale, in cui prevale il settore tecnologico e dei media. Altri spazi della fabbrica sono stati adibiti a teatri. Nel 2009, per esempio, anno in cui ho progettato e organizzato un grosso evento dedicato al gelato artigianale di tradizione italiana nel bacino della Ruhr, in particolare nelle città di Bochum e Dortmund, nella vecchia miniera di carbone Zeche Hannover di Bochum hanno ospitato, oltre alla cerimonia di apertura dell’evento, anche la mostra di attrezzi e strumenti storici legati alla produzione del gelato.

E per restare in tema, sempre nel bacino della Ruhr, la cittadina di Oberhausen ha trasformato la vecchia centrale dell’acquedotto in uno spazio dove, oltre a mostre d’arte, hanno luogo talk show televisivi o altri eventi, anche musicali. La stessa cosa vale per il gassometro di Berlino.

Ma perché in Italia si deve sempre abbandonare quanto ha fatto storia o esercitarsi in maniera assidua nell’arte del trascurare e della dimenticanza? Non è possibile sensibilizzare l’opinione pubblica o i vari assessorati di Stigliano, membri della provincia o regione e metterli di fronte a tale quesito? Oppure, più semplicemente, organizzare dei gruppi di volontari che hanno a cuore l’identità e la storia del proprio paese per fare pulizia e riportare alla luce quest’importante monumento? Tienimi aggiornato!
Ringrazia ancora Rocco!

Un abbraccio e a presto

Fausto

 

 

 

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