2 Novembre commemorazione dei Defunti

In molti modi le comunità parrocchiali esprimono questo senso della speranza cristiana. Per la commemorazione di tutti i fedeli defunti è consuetudine andare in processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe.

In questa o simili circostanze è opportuno promuovere una celebrazione con un apposito rito di benedizione.
(dal Rituale Romano, parte III, capitolo 54, Benedizione delle Tombe nella Commemorazione dei Fedeli Defunti)

La Commemorazione dei defunti (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, ossia Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), chiamata anche Giorno dei Morti, è una ricorrenza della Chiesa cattolica, preceduta da una Novena, e celebrata il 2 novembre di ogni anno.

Nel calendario liturgico segue la festività di Ognissanti, che ricorre infatti l’1 novembre.Nel vetus ordo del rito romano era previsto che nel caso in cui il 2 novembre cadesse di domenica, la ricorrenza sarebbe stata celebrata il giorno successivo, lunedì 3 novembre.
In Italia, benché molti lo considerino come un giorno festivo, la ricorrenza non è mai stata ufficialmente istituita.  L’idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino[senza fonte], che celebrava infatti tutti i morti il sabato prima la domenica di Sessagesima, ossia l’ottava dopo la Pasqua, all’incirca in un periodo compreso fra la fine di gennaio ed il mese di febbraio.

Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire a sant’Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense stabilì infatti che le campane dell’abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1 novembre per celebrare i defunti, ed il giorno dopo l’eucaristia sarebbe stata offerta “pro requie omnium defunctorum”; successivamente il rito venne estesa a tutta la Chiesa Cattolica. Ufficialmente la festività, chiamata originariamente Anniversarium Omnium Animarum, appare per la prima volta nell’Ordo Romanus del XIV secolo.

È consuetudine nel giorno dedicato al ricordo dei defunti visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari.
In molte località italiane è diffusa l’usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati infatti dolci dei morti, per celebrare la giornata.
In Sicilia durante la notte di Ognissanti la credenza vuole che i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana e altri dolci carattestici.
Nella provincia di Massa Carrara la giornata è l’occasione del bèn d’i morti, con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredità alla famiglia l’onere di distribuire cibo ai più bisognosi, mentre chi possedeva una cantina offriva ad ognuno un bicchiere di vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo una collana fatta di mele e castagne bollite.
Nella zona del monte Argentario era tradizione cucire delle grandi tasche sulla parte anteriore dei vestiti dei bambini orfani, affinché ognuno potesse metterci qualcosa in offerta, cibo o denaro. Vi era inoltre l’usanza di mettere delle piccole scarpe sulle tombe dei bambini defunti perché si pensava che nella notte del 2 novembre le loro anime (dette angioletti) tornassero in mezzo ai vivi.
In Puglia, particolarmente nelle zone di Foggia e Barletta, è tipico del giorno dei morti la preparazione della cosiddetta colva, un dolce composto da grano cotto, pezzi di cioccolato fondente, noci e mandorle tritate, chicchi di melagrana, uva passa e condito con zucchero e vincotto.Nelle comunità dell’Italia Meridionale dell’Eparchia di Lungro e dell’Eparchia di Piana degli Albanesi si commemorano i defunti secondo la tradizione orientale di rito greco-bizantino.
Le celebrazioni vengono effettuate nelle settimane precedenti la Quaresima.
Secondo la cultura tradizionale di molte località italiane, la notte del Giorno dei Morti le anime dei defunti tornerebbero dall’al di là effettuando delle processioni per le vie del borgo.
In alcune zone, confermemente a quanto avviene nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween, era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all’interno per utilizzarle come lanterne.

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