SALVIAMO IL CENTRO STORICO DI STIGLIANO

Pubblichiamo uno scambio di mail tra Giuseppe Colangelo e Rocco De Rosa relativo al progetto di affidamento del monitoraggio d’ la Chiazz’ all’Università di Basilicata. A che punto siamo? Ecco la risposta di Rocco De Rosa dell’Associazione Angolo della Memoria.

Inviato: domenica 14/2/2016 ore 10,41
Caro Rocco,
visto che è da tempo che non ci sentiamo, colgo al volo l’occasione per metterti al corrente della curiosità sollecitata da un recente colloquio telefonico avuto con il pirotecnico Antonio Bisignano che, innanzitutto mi ha redarguito… per non essere venuto, come ha fatto lui, a Stigliano in occasione dell’ultimo Carnevale, e poi mi ha manifestato tutta la sua amarezza per lo stato in cui versa il paese. Così ho riflettuto sul fatto che nemmeno tu negli ultimi tempi mi hai fatto sapere come, per esempio, stanno andando i lavori della chiesetta di San Vincenzo o se ci sono interventi di altro tipo sul territorio. I lavori continuano o sono bloccati? E sul centro storico si sta muovendo qualcosa? Ricordo che in occasione della presentazione del libro di Antonio Bisignano presso la sala Monsignor Delle Nocche, il Sindaco aveva sottolineato come sull’impegno e l’insistenza di cittadini quali te, Leonardo Tornaquindici, Antonio Fanelli e di altri che ora non ricordo, l’Amministrazione si stava muovendo per affidare il monitoraggio d’ la Chiazz’ all’Università di Basilicata. L’affidamento è andato in porto? A che punto è? Guarda che non possiamo permetterci di continuare a deludere Bisignano, sennò quello ci scuoia vivi… A parte gli scherzi, fammi sapere.
Un abbraccio
Peppe

Inviato: lunedì 15/2/2016 ore 9,57
Caro Rocco,
Grazie per l’esauriente risposta e, data la nota franchezza che tutti ti riconoscono, se sei d’accordo mi farebbe piacere far conoscere le tue considerazioni a quanti amano con altrettanta passione il nostro paese. Credo siano in molti coloro che desiderano essere informati sulle iniziative in corso o in divenire. Certo della tua schiettezza svincolata da legami e condizionamenti politici, presumo che tu sia propenso a rendere pubblica la tua disamina. Tuttavia, per correttezza te lo chiedo lo stesso prima di pubblicare il tutto sul sito Stigliano. net.

Ciao e a presto

Peppe

Inviato: lunedì 15/2/2016 ore 23,17
Stimatissimo don Peppino,
per me è un vero piacere che tu renda pubblica la mia risposta, forse è la cosa migliore da fare, giusto come tu dici, di mettere a conoscenza anche agli altri, dando la possibilità di capire e sapere. Credo che sono in tanti ad essere interessati a sapere cosa succede nel nostro povero e disgraziato paese, a te può sembrare un termine pesante definirlo in questo modo, ma è da circa 50 anni che stiamo guardare e quasi come una disgrazia nessuno interviene. Sembra come se tutti stessimo aspettando il suo declino, aspettando di vederlo morire a poco a poco, giorno dopo giorno, fino a rischiare di essere tentati ad arrenderci facendo finta di non guardare, facendoci scivolare le cose di addosso. Per fortuna questi pensieri durano poco tempo e a un certo punto rispunta nuovamente l’orgoglio. E se siamo anche punzecchiati aiuta ancora di più a riprenderci e a ridire nuovamente la nostra opinione anche per non far cadere le cose nel silenzio assoluto facendole scivolare fino alla morte annunciata.

Domenica 14/2/2016 ore 22,33
Ciao Peppe, scusami tu se nemmeno io mi sono fatto sentire, non l’ho fatto per non metterti a conoscenza di alcune piccole cose che succedono nel nostro paese, ma sapendo dei tuoi molteplici impegni di lavoro che devi affrontate nei periodi di fine anno e inizio anno inoltrato non me la sono sentita di disturbati. Oggi che tu mi chiedi queste notizie per me è un vero piacere metterti al accorrente di quelle poche cose che conosco. Sulle due questioni che mi stai chiedendo, io scherzosamente ho messo due titoli entrambi con punto interrogativo: San Vincenzo “dopo una breve parentesi in attesa di finire?”, il centro storico “grande attesa e aspettativa di sapere”. Inizio da San Vincenzo, perché per me è molto più facile darti dei chiarimenti seri. Probabilmente come qualcuno ti avrà già riferito, si è riusciti prima dell’inverno, anche se fino ad adesso di inverno ne abbiamo visto poco, a ultimare i lavori della copertura del tetto e a dare una piccola sistemazione alla gradinata che porta all’entrata della Chiesa. Su quest’ultima si erano aperte diverse fessure tra una pietra e l’altra favorendo l’infiltrazione delle acque piovane destinate a rovinare sempre più le fondamenta. A testimonianza della continuità dei lavori e di quello che ti scrivo è rimasto il ponteggio dell’impresa che dovrà proseguire e portare a termine i lavori esterni in primavera.

Stigliano (MT), la Chiesa di San Vincenzo con il tetto rifatto

Per il centro storico, oltre a quanto detto in occasione della presentazione del libro di Antonio, lo stesso Sindaco si è speso più volte pubblicamente sull’argomento. Ti aggiungo di più, quando ci fu la trattativa, io, Antonio Fanelli e Leonardo Tornaquindici, siamo stati invitati a prendere parte all’incontro con il Professor Spilotri, accompagnato da un ingegnere forestiero, avvenuto sul comune nell’ufficio dell’ingegner Dambrosio alla presenza del Sindaco. Quando venne chiesto al professor Spilotri il costo per realizzare questo monitoraggio, egli disse che una buona parte dell’importo era già disponibile per la ricerca universitaria e che il comune avrebbe dovuto garantire una somma intorno ai ventottomila euro. Al che l’ingegner Dambrosio si dimostrò convinto che non sarebbe stato un problema per il comune reperire un importo di quell’entità. Da allora, però, stiamo aspettando di veder circolare qualcuno di questi universitari nel nostro antico centro, ma fino ad adesso non si è visto ancora nessuno.
Un mese fa ho chiamato il professore Spilotri per chiedere come andavano le cose e lui gentilmente mi ha detto che ne sapeva quando me, che il comune si stava interessando per reperire la somma di denaro preventivata. A conferma della risposta ricevuta dal professore, la telefonata fatta al nostro sindaco da Antonio Fanelli, il quale volendo sapere a che punto era il progetto in questione ha avuto la stessa risposta. Nel raccontarmi questo fatto Antonio era incazzato nero. Io capisco la sua reazione e ha ragione a essere arrabbiato. Lui ha la fortuna che le figlie vogliono rimanere in questo paese e i suoi maggiori investimenti li ha fatti proprio in questa zona. La figlia maggiore, laureata i Farmacia, insieme al suo compagno, un ragazzo della provincia di Varese, ha già aperto un’attività in paese che per fortuna sta andando bene e questo, oltre alla loro soddisfazione è anche la nostra. Inoltre i due giovani dovrebbero a breve sistemare uno delle case del centro storico per mettere su famiglia. La seconda figlia che abita a Roma è fortemente intenzionata a ritornare al paese per aprire un’attività con la sorella più piccola. Purtroppo per aprire un’attività è ancora più complicato. Per la legge fatta dalla giunta Spennato, attualmente non si può aprire nessun tipo di attività e non si può accedere a nessun tipo di contributo.

Stigliano (MT), il rione Chiazza

Caro Peppe ti ho fatto l’esempio di Antonio, dato l’amicizia che ci lega e del quale sono più a conoscenza dei fatti. Oltre ad lui posso farti l’esempio di Paolo Lopardo che con un grande impegno di volontà, ma soprattutto di denaro, ha rimesso in sesto un’ala del palazzo Delmonte. Anche il cognato Antonio D’Amore, ha comprato una casa abbandonata da più di 30 anni e sta aspettando se qualcosa cambia per mettere mano ai lavori. Come due giovani che insieme a un parmigiano avevano intenzione di comprare dei sottani per la cura al naturale degli alimenti o come il Dottor Salvatore Digilio che ha comprato uno dei più antichi e storici palazzi rimasti, più di 500 metri quadrati, e non può decidere nulla, come molti altri e me compreso.
Io l’unica domanda che mi faccio è: come è possibile che un comune non riesca a reperire una somma così irrisoria? Se pensi che durante l’amministrazione passata, se non ricordo male, per fare lo stesso tipo di intervento fu presentato un progetto di 700 mila o 900 mila euro, fondi poi sottratti dal governo Berlusconi e usati per compensare la cancellazione dell’IMU sulla prima casa.
Secondo me, se non approfittiamo adesso che ci stanno porgendo una mano per venirci incontro e aiutarci a tentare di correggere dei grossi errori del passato, dopo difficilmente saremo nuovamente ascoltati. Non mi dilungo più è chiudo dicendo che nonostante tutto non ho perso del tutto la speranza, sono ancora fiducioso nei riguardi alle promesse fatte dal sindaco. Conoscendolo da quando lui era ancora ragazzino ho apprezzato sempre le sue qualità e, oggi che è un uomo maturo, credo che le sue qualità siano maturate seconda la sua crescita e mi aspetto che riesca ad imitare, anzi a superare, la lungimiranza del Dottor Antonio Vasti, il quale dopo tanti anni di abbandono ebbe il coraggio di mettere mano in questo antico centro sistemando la periferia sud est e il cuore dove è posta la Chiesa Madre. Io dall’attuale sindaco sarei ben felice se riuscisse a sistemare la parte nord – est, nord – ovest. Comunque anche noi come cittadini nemmeno dobbiamo far finta di dimenticare. Bisogna tenere sempre ben presente che all’attuale sindaco gli sono capitate due grandi rogne e di grosse dimensioni che fanno parte dei tanti grandi errori tecnici commessi nel passato. Aimè nemmeno di tanto tempo fa, quella del castello e quella del centro sociale, e tutto sommato l’intervento è stato tempestivo. Tu pensa che la strada che oggi collega nuovamente il paese alla Saurina è stato fatto in meno tempo di quando è durato uno dei miei interventi chirurgici subiti compresa la riabilitazione… Se lui riesce a far partire il progetto prima che finisca il mandato, tengo già pronto un manifesto da appendere pubblicamente per ringraziarlo del suo operato, prendendomi anch’io una piccola soddisfazione sia sugli scettici ma di più sull’amico Lorenzo Durso, che ogni qual volta che ci inoltriamo su questo tema con il suo accento Lombardo mi congela sempre con una frase da lui interrotta: “Eh daii Rocco, campa cavallo…”. Mi piacerebbe dare ragione all’amico Claudio Viti, che vedendo questa morte attorno si incazza e incoraggia a reagire, con proposte concrete, ma qui difficilmente fattibile per colpa del nostro scetticismo che ci portiamo addosso. Per non parlare dei tanti giovani che scappano via e di qualcuno di loro che rimane a cui manca il coraggio di contrapporsi. I disfattisti e i cosi detti opportunisti c’è ne sono tanti, ormai li conosciamo bene, al punto che non li prendiamo per nessun motivo in considerazione. Ci affidiamo alla speranza e tocca aspettare solo che si realizzi qualcosa di concreto.
Chiudo, mettendoti due frammenti di giudizi di Geologi chiamati appositamente per evacuare l’antico centro e far nascere la nuova zona di espansione. Per rimanere in tema, e più che altro per non farti venire anche a te i capelli bianchi, non ti cito il giudizio fatto sul Labruto e sulla Serra oggi Rotonda, metto solo i frammenti sull’antico centro.
Il primo preso dalla relazione fatta dal professor Vincenzo Cotecchio dell’Università di Bari del 14 giugno 1969:
“All’occhio anche inesperto, colpisce subito l’avanzato deterioramento degli edifici che sorgono nella zona. Si tratta generalmente di case di costruzione piuttosto remota in condizioni di conservazione e manutenzione precaria. Da quanto detto i dissesti statici della zona antica dell’abitato di Stigliano trovano spiegazione non solo nella natura geologica dei terreni di fondazione, ma anche, e in buona parte, nelle caratteristiche strutturali degli edifici, nella tecnica usata nel costruire e nell’assoluta mancanza di manutenzione. A riprova di ciò, basti osservare i caseggiati di recente riedificati che, nel breve giro effettuato, sono risultati non interessati da dissesto evidenti”.
Il secondo preso dalla relazione del dott. Geologo Silvestro Lazzaro della Regione Basilicata a seguito dell’alluvione del marzo aprile 1973.

“Né si può pensare ad efficienti opere di sostegno o di ancoraggio, tenuto conto della volumetria delle masse instabili.
Ciò nonostante, nella ferma convinzione che i rioni in parola non debbano essere abbandonati a sé stessi, si può concludere affermando che nel settore vanno eseguite tutte le necessarie opere volte al consolidamento sia della sottostante pendice, che nel piano d’appoggio dei fabbricati, le quali ne potranno senz’altro rallentare nel tempo l’inesorabile degrado fisico”.
Ti saluto con affetto e stima e dicendoti : “meno male che ci sei tu che ogni tanto lanci qualche provocazione giusta per far risvegliare le nostre anime sulle cose concrete e di massa” grazie.
Rocco Derosa.

 

 

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