MONUMENTO AI CADUTI…

Non è una questione di fascismo, non è una questione di popolo, è solo ed esclusivamente la genetica del nostro essere. Grazie alla pubblicazione del 3° Volume di Mario e Giovanni Sansone si era già a conoscenza dei contrasti e della lungaggine della posa in opera del Monumento ai Caduti. Alcuni mesi fa l’Archivio di Stato di Potenza ha fatto una mostra al Museo Provinciale della stessa città, in questa mostra sono stati esposti documenti originali che riguardano i fatti della Prima guerra accaduti nella nostra regione e da alcuni documenti più rilevanti è stato pubblicato un volume. Una copia è stata donata dal giovane Regista Pietro Micucci all’Associazione “l’Angolo della Memoria”.
La stessa Associazione, per renderlo visibile a tutti, lo ha collocato nella stanza delle pubblicazioni riguardanti i fatti della prima guerra nell’ambito della mostra allestita a Stigliano in via Roma nell’ex Edificio Scolastico, dal titolo “La Grande Guerra”, per gran parte dedicata ai caduti e alle disgrazie che sono accadute nel conflitto. Ritornando al libro si precisa che esso è corredato da diverse immagini fotografiche e documenti che riguardano i fatti più eclatanti di quel periodo nei paesi della nostra regione.

Stigliano (MT), il Monumento ai Caduti

Verso la fine di questo volume vi è un’ampia pagina che parla del nostro Monumento accompagnato da foto e documenti e, tra questi, una lettera di protesta contro i cattivi amministratori locali scritta nel 1926 da Yonkes dal Signor Thomas Masella e inviata al Prefetto di Potenza. Chi è Tommaso Masella: nasce a Stigliano nel 1894 da Rocco e Giulia Schettino, di professione Sarto-Barbiere, sapeva leggere e scrivere, reduce di guerra, nel 1920 sposa la signora Giulia Comite, nel 1922 emigra per l’America. Questa lettera conferma il nostro modo di essere che è incapsulato già dall’antichità nella nostra genetica e anche la spiegazione del ritrovamento di un cimelio fatto alcuni anni fa dall’amico Giorgio Albanese, un oggetto in bronzo, abbastanza pesante, a forma di gagliardetto sovrapposto da foglie di alloro, ghiande e altro e porta una dedica: “Dagli stiglianesi d’America di Yonkes”. Il cimelio era stato buttato nell’immondizia e circa cinque anni fa ne fece dono alla nostra Associazione. Grazie alla sensibilità di Giorgio si è salvato un’altra piccola traccia di storia e anche questo si è potuto esporre nella stessa mostra, così si è data una minima visibilità e riconoscenza ai tanti “Thomas” stiglianesi d’America, sperando che non venga più buttato e rimanga per sempre in memoria e ad esempio nella nostra comunità nel testimoniare il contributo dei nostri compaesani Americani, che per la loro terra di provenienza hanno tanto dato e nessuno ne è a conoscenza. Nella stessa pagina di questo libro, c’è anche la copia della copertina del libretto di una petizione popolare fatta nello stesso anno, 1926, dal titolo “Stigliano volle un Monumento a ricordo dè suoi eroici Caduti nella Guerra italo-austriaca del 1915-1918”. Questo comitato, oltre a premere per la lungaggine dei tempi, avanzava anche una proposta di dove collocarlo: “Sorga nella nostra Piazza Garibaldi, perché, oltre le considerazioni tecniche ed economiche, da questa Piazza Garibaldi i nostri 120 eroi partirono per il luogo del loro sacrificio, in questa Piazza Garibaldi essi lasciarono l’ultimo bacio alla mamma adorata, alla sposa amata, ai figli amati”. Nonostante queste forti pressioni fatte da più parti, passarono ancora cinque lunghi anni circa nel decidere il luogo dove montarlo.
Ed ora io, come cittadino facente parte di questa comunità, mi rivolgo direttamente a voi i cui nomi sono scritti su questo marmo bianco, facendo le mie scuse a voi tutti e allo stesso tempo tendo ad assolvermi spiegando le ragioni del nostro “essere”. Come voi stessi avete visto il non rispetto nei vostri riguardi da parte dei nostri amministratori parte da molto lontano, solo nell’istallare questo Stelo per dare a voi una minima riconoscenza sono passati circa 12 anni nonostante le dure proteste del signor Thomas Masella, inviando direttamente dall’America una lettera al Prefetto di Potenza.
Lo stesso comitato che si era costituito qui, nel darvi manforte, aveva dato anche un buon suggerimento a chi di dovere circa la collocazione, se veniva presa in considerazione, si poteva cambiare anche il nome in “Piazza della Partenza” dando un giusto e forte significato a questa Piazza. Ma non abbiamo capito nulla, il nostro paese è uno di quei paesi che rispetta le grandi personalità, Garibaldi è uno dei più grandi personaggi della storia, era quasi come disonorare questa Piazza dando a voi il privilegio di occuparla.
Probabilmente, all’epoca, una buona parte erano reduci di guerra ed erano molto più saggi di noi, forse avranno preso in considerazione, per un fatto di rispetto nei vostri confronti, di non farvi perdere l’abitudine alle nuvole di fumo dei cannoni e, se analizziamo bene il vostro posizionamento, all’inizio avevano lasciato un giardino abbastanza ampio, poi con il tempo e per farvi sentire ancora di più a vostro agio, hanno ristretto lo spazio e così oggi vi trovate a presa diretta con i nostri autisti di pullman. Alcuni di loro, quelli che vogliono dimostrare la loro sicurezza e competenza della macchina, prima di partire con il loro bus lanciano diverse “accelerate” seguite da una grande nuvola di fumo facendovi rivivere il polverone che emettevano i colpi delle cannonate nella guerra.
Da alcuni anni si mormora di farvi sparire definitivamente da questo luogo, qualcuno diceva che avrebbero cambiato solo posto per posizionarvi in un’altra piazzetta, non un posto totalmente isolato, dove avreste avuto la compagnia dei frequentatori della sala giochi….
Ma pochi anni fa abbiamo scoperto la vera motivazione del vostro ipotizzato spostamento: bisognava riqualificare la piazza e ridarle il giusto onore.
La piazza nei tempi andati era chiamata “la Cavallerizza”, poi Corso Umberto, e poi, per la vostra intrusione, noi gente comune di Stigliano e non solo, la consideravamo e tuttora la consideriamo vostra, attribuendo il nome di “Piazza Monumento”.

Come già si sa, quello che pensa il popolo vale poco, un bel giorno ci siamo ritrovati con una pietra lapidale avvolta da una carta, sistemata in una cornice poggiata su un piedistallo; per diverso tempo è rimasta coperta, forse in attesa di una solenne inaugurazione, i curiosi al fine di capire cos’era, man mano hanno tolto la carta che l’avvolgeva, rivelando l’intestazione “Piazza Principi Colonna”. Con questo gesto hanno reso grande la piazza e allo stesso tempo hanno onorato questa grande famiglia, i Principi Colonna, che per circa due secoli sono stati i padroni del nostro feudo e alla fine del feudalesimo ci hanno lasciato una ricchezza tale che ancora oggi viviamo dei loro lasciti.
Mi dispiace solo che non so darvi la spiegazione della mancata presentazione ufficiale di questo “lieto evento”, potrei pensare (ma non ho nessuna certezza), probabilmente sarà stata commissionata da alcuni “discendenti stiglianesi illegittimi del Principe” che noi non conosciamo, che erano della vecchia amministrazione o erano vicini a questa. Per il cambio dell’amministrazione questo ingrato compito toccava a questi che sono succeduti, ma gli attuali, per non cadere nel ridicolo, non se la sono sentita.
Un’altra probabilità, potrebbe essere che la targa è stata commissionata dagli attuali e aspettano il mese di agosto quando arrivano diversi emigranti a farsi le ferie, probabilmente in quell’occasione viene invitato anche qualche discendente legittimo dei Colonna e cosi ufficializzano alla grande la cosa. Bisogna aspettare l’estate per poter capire cosa è successo. La cosa certa, e ne sono sicuro, che si sono vergognati loro stessi di questa azione nei vostri confronti, fino ad ora nessuno ha avuto il coraggio di promuoverla e fare sua l’iniziativa, non si è sentito nessun segnale di vanità, sembra troppo strano questo silenzio. Non è che la targa si sia messa da sola?
La figura principale rappresentata nel monumento è l’Angelo pietoso che sorregge un figlio della “Patria”, quest’immagine è molto suggestiva e commovente, sicuramente la scelta è stata fatta dalle madri colpite nell’anima: e chi più di una madre può sopportare una ferita così lacerante?
Io consiglierei anche alle madri di adesso di soffermarsi a guardare attentamente questa figura, specialmente quelle che vivono nel vicinato, chissà, forse colpirà anche loro questa immagine dal volto pietoso, sicuramente eviteranno di buttare i residui di quegli acidi potenti che usano nel lavare i pavimenti o altro nel poco giardino che è rimasto rendendolo un sopravvissuto da grandi ferite da bombe incendiarie. Qualcuno afferma che sono stati gli operai dello stesso comune, che nell’usare un pesticida per ammazzare le vespe, hanno bruciato le piante.
Chiudo con il farvi notare che gli anni passano, gli uomini cambiano ma il modo di amministrare è sempre lo stesso, è trascorso un anno dall’inizio del vostro centenario e come vedete, ancora oggi nessuno si è degnato a darvi un piccolo decoro spendendo pochissime centinaia di euro per sistemare le cose più in vista, la parte anteriore del muretto, il giardino, il ricalco delle lettere, una pulitina al marmo: non si è fatto nulla. Non so cosa dirvi, noi proviamo a sensibilizzare, ma credo che anche quelli di oggi la pensano come i primi: “Forse avete sbagliato a partire e morire per la guerra”. Il sacrificio umano non viene mai apprezzato da coloro che comandano. Anzi si è solo dei numeri.

Rocco Derosa

Allego la trascrizione originale della lettera di Thomas Masella.

THOMAS MASELLA
BARBERS SUPPLIES                                                                                    R. PREFETTURA DI POTENZA
77 MAPLE STRET                                                                                         A.S.E. Il Prefetto 10 GIU. 1926
YONKERS’. N. Y.                                                                                          della Provincia di Potenza

Il sottoscritto, sicuro e fedele interpretre dei sentimenti della colonia Stiglianese qui emigrata, viene a richiamare l’attenzione dell’E. S. su quanto appresso.
Circa cinque anni or sono per cooperazione di tutti gli Stiglianesi di qui, furono inviate ingenti somme per l’erezione di un monumento alla memoria dei caduti.
Quando sarà eretto? Alle calende greche forse?…
Poveri martiri del dovere, Voi cadesti sui campi della gloria facendovi umile olocausto per l’ideale Italia; quale la riconoscenza?
È un combattente che, mentre si attribuisce grande onore nel fregiarsi il petto del nastrino della campagna 1915—1918, rievocando le umili, ma sublimi figure di quei immortali eroi, sente vivo lo sdegno per tutti coloro che voglion sfruttare le sacrate memorie.
Richiama l’attenzione dell’E. V. verso certi signori, facendo sfoggio della nera camicia, i quali altri non sono che opportunisti dei tempi; banderuole svolazzanti ai venti, biasimevoli monopolizzatori dell’amor patria a suon di manganello.
Son queste le benemerenze del Fascio Littorio? Mentre dai giornali locali apprendiamo la rivalutazione del mezzogiorno d’Italia, da Stigliano seguitano a giungerci le lamentele per il cattivo funzionamento di amministrazione e cose, la scarsità dell’acqua (elemento prima di vita) e l’inaccessibilità delle strade ecc…
Potrebbe annoverare molte cose ancora, ma si astiene a queste che son le principali ed anco per non lungo tediare l’E. v. Illma. (come ad esempio la Piazza Garibaldi venduta impropriamente dal Sig. Vitale essendo risultato non a lui appartenente, questione che si prolunga per oltre dieci anni.)
Fin quando andranno ancor queste cose? Vorrà l’attuale governo riabilitarsi, ponendo un urgente riparo a tante imparzialità ancora esistenti a causa di cricche personali nei paesi, o seguire l’orma dei distruttori d’Italia?
Bene augurandoci che l’E. V. voglia mettere fine a tanto sconcio facendo uso dei suoi poteri, per il bene ed il nome del nostro paese anziosi ci auguriamo di onorarci d’un Suo riscontro che ci assicuri il trionfo della giustizia.
In attesa, distintamente la ossequia,
Devvmo Suo
New York li 26 Maggio 1926 T. Masella

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