La vittoria di Trump alle presidenziali degli USA

Poche considerazioni sparse sul risultato delle elezioni americane.
La vittoria di Donald Trump alle presidenziali degli USA immagino abbia sorpreso un po tutti.
Trump ha vinto pur avendo contro la maggioranza dell’establishment finanziario, economico, culturale, mediatico, inclusi i maggiorenti del Partito Repubblicano.
Ha vinto un candidato fuori dalle righe e fuori dalla tradizione.
Ha vinto la paura e l’insicurezza per l’aggressione portata alle sicurezze della democrazia occidentale dal nuovo terrorismo a cui non sappiamo contrapporre un’efficace reazione.
Ha vinto la rabbia per l’aumento delle disuguaglianze sociali, degli immigrati che, pur di lavorare, si accontentano di bassi salari, riducendo i salari per tutti i lavoratori.
L’elettore liberale, bianco, operaio o appartenente a quella che una volta si identificava con la classe media (Trump ha ottenuto un larghissimo consenso negli stati industriali tradizionalmente democratici), si è sentito escluso, non rappresentato dalla politica tradizionale; ha percepito la Clinton come troppo legata alle lobby di Wall Street per poter comprendere davvero i loro problemi.
Ed ha dato un calcio al sistema ponendo un candidato palesemente antisistema al centro del sistema stesso.

Cosa potrà accadere.
Un maggiore isolazionismo economico a protezione dei propri mercati, prodotti e produttori.
Disimpegno dalle politiche energetiche favorevoli alle rinnovabili ed alla protezione dell’ambiente e ritorno al petrolio e a fonti maggiormente inquinanti, ma più favorevoli alle grandi corporation, anche a quella degli armamenti.
Un maggior disimpegno dalla NATO, che rappresenterà un grosso problema per l’Europa.
Maggiori chance di vittoria alle prossime elezioni politiche per le forze populiste in Europa e non solo (prossime elezioni in Francia e Germania).
Sicuramente un lungo periodo di incertezze e di cambiamenti di equilibri a livello geopolitico mondiale.

Quale insegnamento per noi?

Sicure future sconfitte per quel che rimane dei partiti della sinistra, che hanno pensato di diventare più moderni ed attrattivi sposando, senza capacità critica, le idee del mercato e della finanza condite con po di welfare in più, perdendo non solo le proprie classi di elettorato tradizionale (che sono diventate “le persone dimenticate” come le ha definite Donald Trump nel suo discorso da Presidente eletto), ma senza riuscire ad attrarre fasce consistenti di elettorato di centro/destra.
Rinunciando alla propria capacità di analisi della realtà, a partire dal mondo del lavoro e delle sue trasformazioni, per poter dare delle risposte adeguate alle domande di partecipazione, trasparenza, efficienza della politica, giustizia uguale per tutti.
La speranza di un futuro migliore per i propri figli, che non può essere sostituita soltanto dalla distribuzione a pioggia delle risorse pubbliche.
Come dice Papa Francesco: non si possono salvare le banche ed abbandonare le persone.

Saverio Panariello

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