IL PAPA A “S. MARTA”: COME PREPARARSI ALLA PASQUA ORMAI PROSSIMA

All’omelia del 24 marzo, nella Chiesa di Santa Marta, il Papa invita tutti ad affidarsi con fede  alla grazia che porta con sé la Settimana Santa che è alle porte. Per non essere cristiani “sì, ma…”, cioè che pongono delle condizioni sulla strada da intraprendere inseguendo i propri “capricci spirituali” al posto della volontà di Dio.
Occorre piuttosto  accettare l’aiuto che Dio ci dona, ammonisce il Papa, accettando anche il modo in cui ce lo offre, senza critiche e obiezioni.
Il Papa prende spunto dalle letture liturgiche del giorno, in cui si fa riferimento alle mormorazioni contro Dio del popolo ebreo, dopo che esso aveva ricevuto da Dio stesso la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto.
Francesco  parte dall’episodio del Libro dei Numeri – quello in cui gli ebrei si ribellano alle fatiche della fuga nel deserto e al cibo leggero della “manna” – e  cominciano, dice il Papa, a “sparlare di Dio”.
Molti di loro  finiscono per questo morsi e uccisi dai serpenti velenosi, mentre Mosè prega e intercede per loro innalzando un bastone – simbolo della croce su cui verrà innalzato Cristo – e coloro che guarderanno in alto verso  il bastone non moriranno, così come i cristiani trovano la salvezza guardando alla croce di Cristo.
Si chiede Bergoglio :  “Anche fra noi cristiani di oggi, quanti si trovano  avvelenati come quegli ebrei che mormoravano, a causa dello scontento per la loro vita? “
Molti cristiani non sanno accettare lo “stile” con cui Dio li salva e perciò si  intristiscono  e scivolano nella mormorazione.
“Sì, c’è Dio, che è buono, ma…”, “ Sì, ma…” : quanti cristiani, si domanda il Papa, non finiscono di aprire il cuore alla salvezza di Dio perché pongono sempre delle condizioni?
“ Sì, io voglio essere salvato, ma per questa strada…”
Così facendo, ammonisce il Pontefice, “il cuore diventa avvelenato!”
Tante volte anche noi rifiutiamo lo “stile” con cui Dio ci salva, ma “non accettare il dono di Dio, con il suo stile, quello è il peccato – sottolinea  il  Papa – quello  è il veleno che ci toglie la gioia e avvelena la nostra anima”.
Ma  Francesco fornisce alla fine la soluzione per porre rimedio a tutto questo:
“Gesù risolve tutto ciò salendo sul Calvario. Lui stesso prende su di sé il veleno, che è il nostro peccato, e con esso viene innalzato sulla croce.
Il tepore della nostra anima, questo essere cristiani a metà, l’entusiasmo di un tempo che ha lasciato il posto allo scontento : si può guarire da tutto ciò  soltanto guardando la croce, dove Dio ha assunto i nostri peccati”.
Allo stesso modo degli ebrei, che guardando il bastone innalzato da Mosè furono salvati.
Il Papa così conclude: “ Chiediamo la grazia di accettare i momenti difficili. Di accettare lo stile divino con cui avviene la nostra salvezza, di accettare le cose. Che questa Settimana Santa che comincia domenica, ci aiuti contro la tentazione di essere cristiani sì, ma…”

Giovanni Fortuna

26.03.2015

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