Il monumento ai caduti in guerra di Stigliano

Sintesi liberamente tratta da un’accurata ricerca della dott.ssa Rosanna Dichiara finalizzata ad un progetto di restauro del Monumento ai caduti in guerra di Stigliano. Nel 1918, al termine della Prima Guerra Mondiale, in tutti i paesi ex belligeranti, venne sentita la necessità di costruire ricordi permanenti dedicati ai soldati caduti per la patria. Era il 1924 quando a Stigliano, per l’erigendo monumento ai caduti, si incontravano non poche difficoltà nella raccolta dei fondi e poi nella scelta dell’artista, il quale avrebbe dovuto dare, con spesa adeguata alla somma disponibile, un’opera degna dello scopo cui era destinata. Il 25 luglio di quell’anno fu stipulato un contratto con il noto scultore romano Giuseppe Ciocchetti. Nell’ottobre, sempre di quell’anno, la situazione si avviò alla fase conclusiva. La scultura, terminata dal Ciocchetti, fu spedita a Stigliano, ma rimase imballata in grandi casse al centro della piazza per mesi, in attesa di sistemazione.

Per far fronte alle spese di installazione fu costituito un Comitato per il Monumento ai caduti in guerra ad opera dell’Associazione Nazionale Combattenti. Il Comitato raccolse la somma di circa 2.000 lire. Furono fatte altre donazioni, tra cui quella di Nicola Longo, della somma di 4.000 lire per la costruzione di una ringhiera attorno al monumento, e del sacerdote Felice Di Persia (da tempo emigrato negli USA). Risolto il problema della raccolta fondi, l’amministrazione comunale non riuscì a raggiungere un accordo sulla sistemazione del monumento. Tre erano le possibili collocazioni: Piazza Garibaldi, Villa Marina e Piazzetta Cavallerizza. Nel giugno 1925 si tenne un’assemblea pubblica convocata dal Prefetto, ma la decisione venne rimessa al Provveditore delle Opere Pubbliche, che a sua volta incaricò il Soprintendente per le Antichità e l’Arte del Brutio e della Lucania di farsi carico della decisione. Dopo un sopralluogo, il Soprintendente decise che il sito più idoneo era quello della Piazzetta Cavallerizza. Questa decisione lasciò insoddisfatti alcuni consiglieri e il monumento continuò a rimanere imballato per anni. Finalmente nel 1928, il monumento trovò sistemazione, ad opera del muratore Domenico De Luca, nella piazza dove si alloca ancora oggi. Il 16 luglio 1930 avvenne l’inaugurazione. Per l’importante occasione, i gerarchi locali fecero mostra di tutto il loro patriottismo con una manifestazione in grande stile, che comportò la spesa di un’ingente somma di lire. Nei giorni precedenti vennero effettuate le ultime sistemazioni: il muretto di cinta venne imbiancato; ai vertici del giardino vennero realizzate quattro piattaforme in mattoni, dove furono posizionati altrettanti cannoncini risalenti alla Grande Guerra; il piccolo giardino venne abbellito con fiori piantati di fresco; la ringhiera in ferro battuto venne addobbata con festoni; la piazza fu abbellita da badiere tricolori e un grande palco coperto destinato alle autorità. Un’immensa folla riempì l’intera piazza. Il Vescovo Raffaello delle Nocche assistito dal parroco Rocco Longo celebrò una messa e impartì la benedizione. Il Podestà Francesco Campobasso e il Segretario del Fascio Vincenzo Dinisi tennero i discorsi di rito. Seguì la deposizione di una corona, per rendere omaggio ai caduti, mentre il signor Pancrazio Di Napoli, unico piritecnico del paese, sparò sei bombe carta e la fanfara del dopolavoro fascista, diretta da Giuseppe Colangelo, suonò inni patriottici. Il fotografo Salvatore Amato immortalò con alcuni scatti la cerimonia. Il tutto si concluse con un rinfresco offerto dall’amministrazione alle autorità intervenute. Autore del monumento ai caduti in guerra di Stigliano fu dunque Giuseppe Ciocchetti di Roma. Scultore e direttore, nonché proprietario degli stabilimenti “L’arte funeraria”, con studio e galleria a Roma. Tra le sue innumerevoli opere vi sono monumenti funebri al Varano, al cimitero di Genova e altri monumenti ai caduti in guerra. Altre sue opere sono le decorazioni simboliche della tribuna in via dei Trionfi per l’arrivo del Fuhrer, il monumento a Cristoforo Colombo a Newark  (USA), e un busto in marmo per l’allora capo del governo Benito Mussolini. Ad un concorso internazionale per la creazione del monumento in onore del generale Josè de Urquiza, da erigersi a Buenos Aires, si posizionò secondo su 82 concorrenti di tutto il mondo, vincendo la somma di 10.000 pesos, pari a 150.000 lire italiane di allora. Il Monumento ai caduti in guerra di Stigliano, alto 2,45 metri, è in marmo di Carrara e rappresenta l’angelo della gloria che bacia il soldato morente, il quale è adagiato su uno sperone di roccia. Ai piedi del milite vi sono il fucile e l’elmetto tra foglie di quercia e di alloro. Eseguita nella seconda metà degli anni ’20, la scultura si rifà ai canoni classicheggianti allora in voga per questo tipo di committenze. Il gruppo poggia su di un piedistallo di travertino alto 2,50 metri. Intorno al piedistallo corre un fregio in bronzo. Ancora alla base sono poste, sempre in bronzo, le date della Prima Guerra Mondiale, 1915-18 (recentemente sono state aggiunte quelle della Seconda, 1940-45). Sul lato anteriore vi è una dedica ai caduti con caratteri in bronzo che recita: Ai suoi figli morti per la Patria Stigliano orgogliosa e grata. Poste ai due lati della struttura  (sx e dx), vi sono due lapidi con i nomi dei caduti della Prima Guerra Mondiale, mentre una terza lapide sul retro, aggiunta di recente, reca i nomi dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Base e ceppo del piedistallo, su cui appoggia il gruppo statuario, sono preceduti da quattro gradini. L’intero complesso monumentale è racchiuso da un muretto e una siepe, con un’apertura centrale per l’accesso. Lo scultore Giuseppe Ciocchetti, per molti soggetti, procedeva alla riproduzione in serie. Ritroviamo infatti opere identiche in più località, in particolare per committenze pubbliche. Il motivo dell’angelo che accoglie il caduto tra le braccia è riprodotto anche nei monumenti ai caduti di Balvano (PZ), Ruvo del Monte (PZ), Miglionico (MT), Lagonegro (PZ), Sturmo (Campania), Sarno (SA), Palma Campania (NA), Sant’Angelo del Pesco (IS),  Scurcola Marsicana (AQ), Galatone (LE), Crotone, San Demetrio Corone (CS) e Borgia (CZ). E’ probabile che l’elenco non si esaurisca alle località citate. Nel corso del tempo il monumento di Stigliano ha subito profonde trasformazioni, pur mantenendo l’impostazione iniziale originaria. Lo spazio anteriore venne man mano ridotto. Nel novembre 1979 il monumento si presentava ancora con una ringhiera di ferro, anche se il giardino era stato quasi del tutto rimosso. Successivamente la ringhiera venne sostituta da un muretto, mentre il giardino da una siepe. Il suo stato di conservazione è nel complesso discreto. Tuttavia presenta problemi di degrado di varia entità: alveolizzazione sulle lastre di travertino, fratturazioni, macchie dovute a incrostazioni e smog, presenza di vegetazione e licheni, depositi superficiali, mancano alcune lettere in bronzo della scritta, ecc. Al restauro vero e proprio dovrebbero seguire alcuni accorgimenti per una corretta manutenzione ordinaria e la relativa conservazione, ovvero: una spolveratura periodica per evitare l’accumularsi di depositi di polvere; la costruzione di una cancellata per proteggere il monumento da atti vandalici; l’applicazione di un protettivo contro gli agenti atmosferici. La spesa sostenuta in caso di restauro verrebbe appagata dal pubblico godimento di un’opera, che in quanto testimonianza storica e artistica di un dato periodo, nonché ricordo e simbolo perenne di gratitudine verso coloro che si sacrificarono per la Patria, diventa dovere di tutti conservare e tramandare.

Salvatore Agneta

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