Concorso Letterario Nazionale “Guido Zucchi” 2015

Piazza d’onore per Giuseppe Latronico al premio letterario nazionale Guido Zucchi. All’edizione del 2015 del prestigioso premio letterario, che ha visto la partecipazione di 654 poeti da tutt’Italia e perfino dall’estero, l’autore stiglianese ha conseguito il secondo posto del premio del pubblico, per la sezione poesia, con 3250 voti.
La premiazione si è svolta sabato 14 novembre 2015, al teatro Duse di Bologna.
L’autore ha partecipato con tre poesie nella forma del sonetto (la cui struttura metrica è formata da quattordici versi endecasillabi suddivisi in due quartine e due terzine, con rime alternate): “I ricordi di mio padre”- recitata sul palco dall’attore Francesco Martucci -, Il colore del sogno” e “Fede”, quest’ultima inserita nell’antologia, il cui ricavato andrà all’Ail (Associazione italiana contro la leucemia).

Con il patrocinio

 premio letterario nazionale Guido Zucchi

Leggi le poesie

I RICORDI DI MIO PADRE

Spesso e improvvisi nella mente
come fotogrammi del tempo passato
scorrono immagini chiare e lente
che neppure la morte ha cancellato.

E mi par di sentire il fiato
la voce, i gesti e teneramente
quasi mi fosse a lato
sento mio padre presente.

Vedo lo sguardo fondo e pacato
che sicuro volge lontano
per un cammino certo ed elevato.

Gioia e mestizia si mescolano
nel pensare all’amore donato
che ha fatto del bimbo un uomo sano.

IL COLORE DEL SOGNO

Il colore del sogno ha il tuo volto
il luccichio dei tuoi occhi belli
del sopracciglio sinuoso e folto
delle narici che paiono anelli.

Il colore del sogno è avvolto
nelle tue labbra dolci ed imbelli
nelle snelle gambe, nell’incedere sciolto
nei gai riccioli dei neri capelli.

Il sapore del sogno ha la tua pelle
il tocco della tua tenera mano
dei capezzoli che ardono come stelle.

Il sapore del sogno è pervaso
dal tuo animo e mille fiammelle
illuminano il mio cuore silvano.

F E D E

Fede è credere nella vita
nell’intimo valore dell’esistenza,
l’essenza nell’animo insita
che guida con mano la speranza.

Spinge e slancia la crescita
pur nell’offesa e nella sofferenza
lenendo lentamente ogni ferita
dal torto, dall’ingiustizia subita.

Lo sconforto riesce ad allontanare
il vuoto e l’abbandono evita
ridonando la voglia di continuare.

Allora emerge nitida
la fede di voler concretare
la propria valenza nella vita.

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