Alianello si specchia ancora nel fiume

Alianello si specchia ancora nel fiume

E’ stato uno dei pochi momenti di “distrazione” nelle brevi e quiete giornate ferragostane a Stigliano, dove sono stato quasi del tutto assorbito dalla piacevole ma interminabile lettura dei libri in concorso per la XIX edizione del Premio Letterario Carlo Levi. Ed è stato un momento che mi ha procurato emozioni forti per molte ragioni.

foto di Peter Strebel
foto di Peter Strebel

Parlo della inaugurazione ad Aliano della mostra del fotografo finlandese Peter Strebel, arricchita dai testi delle poesie di Nicola D’Imperio, e della presentazione del suo prezioso catalogo dal titolo suggestivo: Si specchia ancora nel fiume, il cui tema è messo a fuoco dal sottotitolo Alianello tra Foto, Arte e Poesia (Matera, Magister, 2016).
Protagonista è, dunque, la frazione di Aliano, vittima anche delle discutibili scelte operate in seguito al fatidico terremoto del 23 novembre 1980: nel borgo illeso l’infarto della comunità con il suo trasferimento coatto nella baraccopoli di contrada Vituri.
Successivamente oltre cinquanta famiglie furono sistemate nella neonata Alianello Nuova, prima che qualche anno dopo nascesse anche Alianello di Sotto. Come andiamo dicendo da anni, si realizzò la paventata scissione dell’atomo; una scelta letale, che avrebbe condizionato negativamente non solo il futuro della frazione, sì anche quello di Aliano.

foto di Peter Strebel
foto di Peter Strebel

La comunità di Alianello di Sotto, infatti, ha visto in breve tempo allentarsi i rapporti con Aliano, attratta sempre più, per qualsiasi esigenza della sua vita quotidiana, dalla vicina San Brancato.
Giustamente si afferma, pertanto, che ciò che non riuscì a fare il devastante sisma del dicembre 1857, che pur provocò 42 vittime in una popolazione di poco più di 200 abitanti, lo fece il terremoto del 1980, cancellando la vecchia frazione e innescando nell’intero comprensorio un inesorabile processo di decadimento, che sembra vivere ora la fase più acuta. Reale, infatti, è il rischio che il senso di desolazione, che la vecchia Alianello ci trasmette con spietata crudezza, possa riguardare fra non molto uno scenario molto più ampio.

foto di Peter Strebel
foto di Peter Strebel

Questo, ma non solo, raccontano le sessantanove artistiche foto di Peter Strebel che, aggirandosi fra le vecchie rovine, ha fissato con la sua macchina fotografica immagini strabilianti: case in rovina, barattoli di conserve e bottiglie semivuote impolverate, vecchie scarpe, che hanno sostenuto per anni le fatiche contadine e che vorrebbero ancora camminare, grucce appese a pareti ferite, che si ostinano a restare in piedi. A dispetto di tutto e di tutti. Ma le immagini ci offrono anche la visione estatica di commoventi paesaggi, che implorano di non essere abbandonati.
Gli stessi componimenti di Nicola D’Imperio, venti in tutto, costituiscono un armonico commento poetico alle fotografie e disegnano con sapienza tratti significativi di una società contadina povera ma dignitosa, tormentata eppur fiduciosa, che ha voglia di resuscitare e di non annegare nel mare magno di una raccapricciante modernità.
Il miracolo di una resurrezione potrà verificarsi, però, solo a condizione che si adottino a livello nazionale ed europeo serie e incisive strategie di politica economica, per contrastare lo spopolamento delle aree interne, e che si verifichi una riconciliazione degli uomini con l’ambiente.

foto di Peter Strebel
foto di Peter Strebel

La mostra, ospitata nel palazzo Deleo fino alla fine di settembre, insomma, è ad un tempo evocazione, denuncia, messaggio di speranza. E diventa invito alla riflessione, quando Peter Strebel ricorda: «Centinaia di anni fa, i fondatori di Alianello hanno preso a prestito dalla Natura un pezzo di terra per edificare, con dura fatica, il loro paese. Eppure, come è accaduto più volte, la Natura ha rescisso unilateralmente il contratto, e lentamente si riprende indietro tutto. … Qui, noi, siamo solo tollerati!».

V. Angelo Colangelo

Leggi anche: Aliano si candida a capitale italiana della cultura 2018

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